
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz rompe gli indugi e chiede all’Unione Europea di rivedere il bando ai motori endotermici previsto dal 2035, annunciando l’invio di una lettera ufficiale alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La presa di posizione arriva a pochi giorni dal 10 dicembre, data in cui Bruxelles dovrà esprimersi sulle modifiche al Green Deal.
Non a caso, nelle ultime settimane, numerosi ceo delle case auto europee hanno sollecitato una revisione della normativa: dai vertici tedeschi ai responsabili di Stellantis, come John Elkann, che ha avvertito come “senza una correzione si rischia il collasso dell’industria europea dell’auto”. A spingere per un cambiamento sono quindi anche i governi degli stessi stati membri. L’Italia, da tempo schierata per un approccio più realistico, ha rafforzato un’alleanza cruciale con Berlino proprio per arrivare a questa svolta.
Al centro della mossa del governo tedesco c’è la richiesta di permettere, anche dopo il 2035, ibridi plug-in, vetture elettriche con range extender a combustione e veicoli “altamente efficienti” (con biocarburanti per esempio). Merz ha spiegato in conferenza stampa come la sua coalizione – conservatori e socialdemocratici – condivida la necessità di evitare penalizzazioni a un settore che sta vivendo una fase critica: domanda debole in Europa, competizione cinese sempre più aggressiva, tensioni commerciali con gli Stati Uniti e decine di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Per il cancelliere, la revisione del regolamento sulle flotte è un passaggio indispensabile “per garantire il futuro dell’Europa come centro della produzione automobilistica”. L’obiettivo, ha aggiunto, è adottare norme “technology-neutral, favorevoli all’innovazione e in grado di conciliare competitività industriale e protezione del clima”. La volontà della coalizione è di riaffermare una strategia che tuteli economia, occupazione e ambiente, senza scosse eccessive.
Con questa presa di posizione, Berlino rafforza il fronte europeo – Italia compresa – che punta a una revisione sostanziale del Green Deal. Il 10 dicembre sarà il momento della verità.

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