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Renault 4 E-Tech, L’A prima prova

di Redazione - 08/05/2025

Photo Clément Choulot / DPPI

Testo di Roberto Sposini

Dopo la “Cinq”, come chiamano a Parigi la Cinque, Renault ci riprova con un’altra icona, questa volta riemersa dagli anni Sessanta. Parliamo della Renault 4, quella “original”, l’anti Citroen 2 CV nata nel 1961. Ecco, lei, simpaticamente l’auto dei panettieri (ma anche di agricoltori e viaggiatori) rinasce elettrica. Beh, rinasce… Diciamo che il nome resta, con quell’ “e-tech” che ne ridefinisce l’identità. Il resto è tutta un’altra storia: solo elettrica, più crossover che city-car e sì, pratica lo è ancora (forse più dell’originale). Insomma, più che un’evoluzione, una rivoluzione.

 

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In breve: la Renault 4 E-Tech Electric oggi è un’auto del segmento B, lunga 414 cm, larga 180 cm, che a vuoto pesa circa 14 quintali (il doppio dell’originale, ma poi spieghiamo le ragioni…) e con un prezzo di partenza di 29.900 euro (60 anni fa bastava meno di 1 milione di lire…). Un’altra auto se dovessimo dirla tutta, pur con qualche punto in comune (vedi i fari tondi sul frontale, il lunotto dietro piccolo e verticale). Ma di certo lontana anni luce da quella Renault 4, l’essenziale, come l’avevamo raccontata proprio qui alcuni anni fa.

Photo Clément Choulot / DPPI

La R4 storica

Versatile, economica, mondiale ed universale, con questo spirito nasceva nel 1961 la prima Renault 4. Aveva un peso variabile tra 540 e 720 chili (oggi invece 720 chili li traina…), una lunghezza di 3,67 metri e larga 1 metro e mezzo scarso. Al lancio costava 650mila lire, poi sfiorò anche il milione. Di sicuro, nel 1993, quando fu sostituita dalla Twingo (c’è chi dice persino dal Kangoo…), il mondo dell’auto perse un modello a suo modo iconico.

L’auto dei panettieri, dei contadini. Di tanti operai. Ma anche di giovani che nell’utilitaria francese vedevano l’auto dei primi viaggi intorno all’Europa. L’auto dei primi amori. E pazienza, se come raccontavamo, la prima R4 aveva un assetto che faceva venire il mal di mare, i vetri laterali che scorrevano solo a metà e i tergicristalli così piccoli che, quando pioveva, non restava che pregare…

Renault 4 E-Tech: tre versioni e due motorizzazioni

Insomma, come evidente anche dai dati, la Renault 4 E-Tech Electric di oggi è tutta un’altra faccenda. Solo elettrica, cresciuta in dimensioni e pesi, disponibile in tre versioni e due motorizzazioni (da 110 kW o 150 cv e batteria da 52 kWh o da 90 kW e 120 cv con batteria da 40 kWh), con un’autonomia dichiarata di 300 o 400 km. Oggi dell’originale essenzialità non è rimasto molto. Fra i nuovi lussi c’è persino il portellone elettrico e dentro se si soffre di solitudine si può conversare con l’intelligenza artificiale…

Photo Clément Choulot / DPPI

Ma c’è un aspetto, più simbolico, che unisce le due “Errequattro”. La prima uscita di scena nel ’91 sacrificata sull’altare delle nuove normative sulle emissioni (erano gli anni del debutto dell’Euro 1); la seconda, l’E-Tech di oggi, rinasce a “emissioni zero”, solo elettrica, ossia sul gradino più alto della transizione ecologica dell’auto. Come dire, due destini contrapposti ma legati da uno stesso nome, ancora oggi famigliare per molti.

Le affinità con la “5” e la circolarità degli interni

Una più “urban (quella con 300 chilometri di autonomia), l’altra più adatta a chi soffre da ansia da ricarica, con 400 chilometri dichiarati. Vada come vada, la sostanza non cambia e al netto degli optional e delle versioni (a breve debutterà anche quella col tetto apribile in tela, un’altra citazione al passato), la Renault 4 E-Tech fa simpatia, con quei colori pastello e le forme morbide. Dentro è una Renault 5, con i grandi display sulla plancia, i tanti vani portaoggetti, i materiali pratici ma ben fatti.

Photo Clément Choulot / DPPI

Renault dichiara una percentuale di materiali provenienti dall’economia circolare del 26,4%, “tra cui metallo, vetro e 41 kg di polimeri riciclati che si trovano sotto le porte, nel tessuto del tetto e nei tappetini di abitacolo e bagagliaio”, mentre il tessuto dei sedili delle versioni Techno e Iconic è realizzato al 100% dal riciclo di bottiglie di plastica. L’abitabilità? I posti da 4 sono diventati 5, lo spazio in altezza è fra i migliori della categoria e dietro si sta bene anche se a guidare è uno “spilungone. Discreto il comfort acustico (colpa del fruscio dei retrovisori esterni) e buono quello delle sospensioni.

La praticità degli interni e gli accessori in 3D

Il resto ricorda molto l’altra elettrica, la citata Cinque, con cui la R4 condivide la piattaforma e molto altro. Nel molto altro c’è la plancia, il sistema di infotainment su base Google, l’avatar Reno che grazie all’accesso a ChatGPT permette di avere a portata di mano molte informazioni, anche se non sempre aggiornatissime. Bella l’idea degli accessori da aggiungere stampati in 3D e comodi i “nuovi lussi”, come il portellone elettrico che si apre senza l’uso delle mani (basta passare il piede sotto il paraurti et voilà!). Chi carica spesso apprezzerà la soglia bassa di carico, insieme alla modularità che permette di trasportare oggetti lunghi oltre 2 metri. La capacità di carico minima è pari a 375 litri che arrivano a 1149 litri con i sedili posteriori abbattuti.

Photo Clément Choulot / DPPI

Tempi di ricarica

Quale che sia la versione, c’è la tecnologia “V2L”, vehicle-to-load quella che permette di ricaricare anche un monopattino da tenere nel bagagliaio e da usare per fare l’ultimo miglio. A proposito di ricarica, il tempo richiesto varia come sempre dal caricabatterie in dotazione; con quello da 11 kW (le rivali più virtuose offrono quello da 22 kW) per passare dal 15 all’80 per cento servono fino a 3 ore e un quarto, la versione che offre la ricarica rapida, (e il caricabatterie da 100 kW), ve la cavate in una mezzoretta per un quasi “pieno”.

Un “pieno” che dura più a lungo se utilizza la funzione “one pedal”, ossia il più alto livello di rigenerazione energetica della frenata (regolabile delle palette al volante) che di fatto riduce al minimo l’uso dei freni. Inutile dire che urbano ed extraurbano restano gli habitat ideali anche per questa elettrica; chi viaggia molto in autostrada farà meglio a rivolgersi a un’ibrida plug-in.

Dite addio al mal di mare della vecchia R4…

Se la Renault 4 E-Tech pesa il doppio dell’originale, come si diceva all’inizio, non è solo questione di batterie… Ma anche di sicurezza, di nuovi standard costruttivi. Di nuove comodità, come il sistema che permette di programmare la manutenzione con un’App. O dei tanti sistemi adas che assistono (e proteggono) chi è dentro e fuori dall’auto. Insomma, un’elettrica per famiglie questa R4, versatile, agile in città e spaziosa abbastanza per i weekend. Certo, fra le curve “morbida” è rimasta morbida, ma almeno adesso non fa più venire il mal di mare. Mica come l’originale…

Photo Clément Choulot / DPPI

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