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Prova Speciale, Davide Cironi testa la Ferrari 550 Maranello

di Redazione - 28/04/2024

Testo di Davide Cironi, foto di Francesco Colantoni

Argento Nürburgring. A queste due parole continuo a pensare mentre apro la saracinesca del garage che custodisce per una dozzina di giorni la 550 Maranello che Luca e Samocar mi hanno messo a disposizione per un’approfondita prova su strada, sulla mia strada. Lo strumento segna 5850 km quando la ritiro nel salone di Via Smerillo, Roma. Al casello di L’Aquila Est lo vedo a 5999 km. Con questa macchina è tutta una pelle d’oca, a partire dalla messa in moto.

Sapete come fa il motorino d’avviamento di queste Ferrari V12 anni 90? Se non lo sapete fateci caso la prossima volta che vi capita di sentirlo avviare dall’abitacolo. Suona come una macchina che ha qualcosa di importante da dire. E lo dice. Puntualmente. Faccio questi 100 metri fuori dal casello e lo strumento segna 6000 km precisi. Mi sento colpevole, provo un frizzantino senso di dispiacere nel farle perdere la verginità dei suoi cinquemila, entrando nei sei.

Lei però, che è abituata dal 1999 a fare pochi metri la volta, sottocoppia, con educazione, spingendo le marce alte con tutti i suoi 569 Nm, si sente in vacanza. Me lo dice ogni volta che usciamo. Così elegante e per bene, in abito grigio, con silenziatori sportivi troppo silenziosi e pochissima esperienza, si sente in vacanza. Resta quasi delusa quando in autostrada non mi concedo neanche un’allungata di giri verso la zona rossa, ma io una signorina così faccio fatica a trattarla come le altre. Sembriamo il brigante e la principessa scappata dalla torre. Di lavoro però faccio da ponte tra gli appassionati di motori e queste creature incredibilmente preziose, quindi la sua vacanza avrà inizio a un certo punto, dopo il dovuto paio di giorni a corteggiarla con rispetto.

Un colore un perché

Cosa c’entra la parola Nürburgring con la 550 Maranello, che dà anche il nome a questo colore argento? Forse non tanti ricordano, essendo successo in era pre-internet, che Ferrari presentò la 550 proprio all’Inferno Verde nel 1996. Portarono 7 vetture, le affidarono a 7 campioni legati al marchio di Maranello e gliele fecero guidare davanti a una folla di specializzati e giornalisti, il 21 luglio 1996. I più ferrati ricorderanno la stessa data, ma del 1987, con qualche brividino.

Michael Schumacher, Eddie Irvine, Nicola Larini, Max Papis, Jody Scheckter, Niki Lauda, Giancarlo Fisichella corrono verso le sette 550 Maranello in stile partenza di Le Mans. Viene chiesto loro di partire tutti tassativamente sgommando, di traverso, con più fumo possibile. Dopo una serie di sorpassi programmati deve essere il nuovo arrivato, già Campione del Mondo su Benetton, Michael Schumacher, a tagliare il traguardo per primo. In quel momento è Jody Scheckter l’ultimo Iridato di Maranello. Lui e Lauda si spostano all’ultimo, Schumacher taglia il traguardo per primo. Montezemolo è al settimo cielo, la 550 Maranello promette di conquistare l’amore di tutti.

La prima non si scorda mai

Il mio di sicuro, che la leggevo sulle riviste e restavo impressionato dal fatto che, rispetto alla mitologica F50, perdeva soltanto 5 km/h di velocità massima. Nel buio del garage, guardandola riflettere la poca luce lontana che filtra dalla strada, non posso non tornare con la mente alla mia prima volta con lei, quando il mio Drive Experience e tutto quello che negli anni mi è successo dovevano ancora arrivare.

La 550 Maranello è stata la prima Ferrari che ho mai guidato in vita mia. Flashback al Davide Cironi ventenne, che fa tre lavori per campare e restaurarsi una vecchia Alfa Romeo GT Junior del 1968. Uno di questi lavori consisteva nel vendere su internet ricambi d’epoca e, saltuariamente, macchine sportive. Città piccola, alcuni sanno che c’è un ragazzetto volenteroso “che prende poco” e gli affidano qualche annuncio di vendita online.

Viene fuori una 911 3.0 SC nera da piazzare, quando ancora i valori erano umani. Macchina notoriamente indistruttibile, pensa bene di fondersi durante il giro di prova con l’acquirente al volante. Il signor Giuliano, venuto da Reggio Emilia, non ha neanche pensato al viaggio di ritorno, talmente certo che la Porsche sarebbe stata perfettamente affidabile. E invece no. Sciopero dei mezzi, disperazione. Il caso vuole che proprio quella sera le CocoRosie suonino al Castello Estense di Ferrara e io abbia i biglietti.

Gli offro un passaggio a Reggio Emilia, tanto è più o meno per strada, nonostante due tre tentativi di fargli capire “CocoRosie”, continua a credere che vada a sentire Vasco Rossi. Diventiamo amici durante il viaggio e, per sdebitarsi, telefona a un amico che noleggia Ferrari a fianco al Museo di Maranello. Così io al concerto non faccio altro che pensare all’indomani, quando per la prima volta in vita mia potrò guidare una Ferrari.

Arrivo lì, l’amico di Giuliano si chiama Daniele. Non capisco una parola di quello che dice, giuro. Parla come la scrittura dei medici sulle ricette. In qualche maniera mi ritrovo davanti una dozzina di Ferrari, tutte rosse, tutte recenti, tutte con il cambio al volante, tutte abituate alle manacce dei turisti che da mezzo mondo vengono a Maranello come si va nel quartiere a luci rosse di Amsterdam. Di certo non comprano amore. Per me però questi attrezzi sono esattamente quello, dunque la mia prima volta non può essere filtrata da niente.

Voglio lei, soltanto lei

Il boss mi chiede quale voglio guidare e io gli indico l’ultima della fila, in penombra, impolverata e stanca, fuori dalla scena. Lui mi guarda per la prima volta da quando sono arrivato, gli si accende una lucina in testa e si nota nonostante gli occhiali scuri. “Ma quella è la mia personale, non la chiede mai nessuno”, dice. “È l’unica che hai con il cambio manuale, quindi l’unica che posso guidare, visto che è la mia prima volta”, rispondo.

Mi guarda ancora un po’, mi dice che non l’affitta perché i turisti distruggerebbero il cambio nel giro di due giorni, mi guarda di nuovo e poi fa: “Va bene, prendi la Maranello allora”. Grigia, interno rosso, scarichi Tubi Style completi. Tuona come un’F50. Ha tanti km, è vissutissima, ma per me è l’esperienza perfetta. Quando torno il boss mi dice: “Senti, ma tu verresti a lavorare per me?”. Quella fu la prima volta che mi resi conto di poter combinare qualcosa in questo mondo solo e soltanto dimostrando di possedere una passione pura e viscerale.

Poi a Maranello non funzionò e qualche anno dopo nacque Drive Experience, a L’Aquila, dove era giusto che fosse. Dove ho portato oggi questa 550 Maranello in vacanza, guidandola di nuovo dopo 12 anni. Come va alla frusta su strada ve lo racconto in un bel video, mi sa.

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