
Testo di Mattia Eccheli
Automated Driving Alliance tra Bosch e Cariad. Il gruppo Volkswagen ha siglato un accordo di “lungo termine” (a partire dall’inizio del 2022 e, pare di capire, almeno fino al 2030) con la multinazionale di Stoccarda per sviluppare e commercializzare sistemi evoluti per la guida autonoma e non solo.
L’intesa include l’accesso ai dati della flotta circolante del gruppo a livello globale (naturalmente per quei veicoli per i quali gli automobilisti ne hanno autorizzato la raccolta). Un volume impressionante di situazioni che nell’alleanza paritetica viene elaborata dagli esperti del gruppo Volkswagen e di Bosch.
La collaborazione ha già portato alla messa a punto del Connected Map Service, che non intende essere alternativo ad altre piattaforme (il gruppo, ad esempio, fa già parte del consorzio Here), ma complementare per affinare quotidianamente servizi e rilevazioni con precisione ormai millimetrica. Entrambi i colossi tedeschi possono commercializzare eventuali prodotti. L’obiettivo è quello di aumentare significativamente la sicurezza per tutti gli utenti della strada.
I dati che vengono elaborati arrivano anche dai veicoli di servizio di Bosch e da taxi equipaggiati in retrofit con le necessaria strumentazione. Gli aggiornamenti al software possono ormai avvenire in tempi rapidissimi e sono quelli che servono per aumentare le capacità dei sistemi di assistenza e, quindi, il livello di guida autonoma. Presso gli uffici di Feuerbach, a Stoccarda, Bosch non nasconde che per il grado 4 (in una scala da 0 a 5) serviranno ancora anni.

Anche perché i costruttori hanno sostanzialmente rinunciato al “gran balzo” per raggiungere l’automazione completa. L’evoluzione del livello 2 e quindi l’approdo al 3 sono obiettivi non solo più ragionevoli, ma anche più economici: “Arriveremo ai gradi successivi passo dopo passo”, sintetizzano in Bosch. Una Audi Q8 circola quotidianamente su determinati tracciati per valutare l’implementazione dei sistemi di guida autonoma sviluppati nell’ambito dell’Automated Driving Alliance.
“L’Automobile” ha potuto viaggiare a bordo del Suv (due passeggeri, l’altro della Frankfurter Allgemeine Zeitung) con un paio di ingegneri che lavorano alla messa a punto dell’evoluzione 2+ del sistema. Superato un primo “perverso” incrocio (viene da chiedersi se oltre che pensare alla guida autonoma non sia necessario anche riflettere sulla semplificazione della viabilità), l’esperto toglie le mani dal volante e alza il piede dall’acceleratore, ma lo sguardo resta fisso sulla strada.

La Q8 fa tutto da sola, anche il cambio di corsia se viene azionato l’indicatore di direzione. E lo fa non solo in tangenziale e in autostrada, ma anche in presenza di cantieri e in città. E, soprattutto, lo fa in galleria, dove il segnale Gps viene sostituito dai miliardi di dati raccolti. Bosch garantisce il funzionamento del sistema 2+ con ogni tipo di condizione meteo, pioggia forte e neve inclusa. Il sistema può venire impiegato in autostrada fino ai 130 orari.
L’opzione “handsfree” non può venire ancora utilizzata in città, ma ha dimostrato di essere valida. La novità della tecnologia è anche la sua accessibilità: lavora con una telecamera frontale, 4 a corto raggio e 6 radar a lungo raggio. Cioè dispositivi meno cari rispetto al Lidar (tra 5 e 10 volte il costo di una telecamera), che verranno verosimilmente adottati per i livelli più avanzati (a cominciare da 2++) e per i modelli premium. L’esordio nel sistema è imminente: avverrà all’inizio del 2025 su un modello “di volume” del gruppo.
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