
Xiaomi a Pechino ha tolto i veli alla Xiaomi YU7, primo suv elettrico del marchio e secondo modello dopo la berlina SU7. Una vettura che farà molto discutere per la sua diretta “ispirazione” alla Ferrari Purosangue. Del resto, la piattaforma sulla quale è ingegnerizzata si chiama Modena ed è la stessa della SU7. Xiaomi YU7 arriverà nelle concessionarie locali entro il prossimo autunno, con un prezzo che dovrebbe aggirarsi al cambio tra 50 e 60 mila euro.
Si inserisce nel competitivo segmento dei suv di fascia alta, il medesimo della sua diretta rivale Tesla Model Y. Le dimensioni sono le seguenti: 4,99 m di lunghezza, 1,99 m di larghezza, 1,60 m in altezza e passo da 3 metri netti. Gli ingombri sono quindi leggermente superiori rispetto a quelli della Model Y (4,99 metri contro 4,79 metri dell’americana).
Esteticamente si distingue per un cofano pronunciato, dei passaruota bombati e un tetto dalla forma leggermente discendente con un lunotto posteriore molto ridotto e sottolineato da uno spoiler all’estremità. Vista laterale pulita (anche grazie alle maniglie a filo) e muscolosa. Le proporzioni sono praticamente le medesime della Ferrari Purosangue, modello al quale la Xiaomi YU7 si ispira fortemente.
Viste le dimensioni lo spazio per i bagagli non manca: 678 litri per il baule posteriore (1.758 ripiegando i sedili della seconda fila), e 141 del vano frontale.

Secondo quanto comunicato da Xiaomi l’auto raggiunge un coefficiente aerodinamico Cx di 0.245, grazie a 40 zone di ottimizzazione del flusso, una griglia anteriore attiva a 100 lamelle e uno spoiler. Ottimizzazione aerodinamica che dovrebbe incidere in maniera positiva con l’autonomia.

Tre le versioni disponibili: Standard, Pro e Max. La Standard ha un’unità a corrente da 320 cv posizionata all’anteriore che consente alla vettura di scattare da 0 a 100 in 5,9 secondi. La Pro dispone di un doppio motore, con una potenza complessiva di 494 cv. Mentre la Max, che si posiziona all’apice della gamma, dispone di 691 cv, con uno scatto da 0 a 100 in 3,23 secondi. La Standard e la Pro sono dotata di una batteria da 96,3 kWh con chimica al litio-ferro-fosfato e autonomia di 835 km (secondo lo standard di omologazione cinese), mentre la Max ha un accumulatore da 101,7 kWh con chimica al nichel-manganese-cobalto con autonomia di 760 km.
Il “pieno” è ultra rapido grazie alla piattaforma a 800 volt: dal 10 all’80% in 15 minuti.
Il telaio è raffinato: sospensioni pneumatiche a doppia camera, freni Brembo e sistema di controllo dell’assetto predittivo. Mentre la rigidità torsionale dovrebbe essere assicurata dal telaio in acciaio e alluminio (90,2%).
L’architettura EEA integra quattro domini (Adas, infotainment, controllo veicolo e connettività) in un unico modulo. La YU7 monta un LiDAR, radar 4D, 11 telecamere HD e 12 sensori a ultrasuoni.
L’abitacolo ruota attorno allo Xiaomi HyperVision Panoramic Display: tre Mini led curvi proiettano un’interfaccia lunga 1,1 metri direttamente sul parabrezza. Visualizzazione adattiva, comandi personalizzabili, contenuti per il passeggero e visuali in realtà aumentata al volante. A completare il quadro lo schermo di tipo touch da 16,1” posizionato al centro della plancia.

Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....