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Usato? Perché la risposta è sì

di Redazione - 03/01/2024

Il mercato dell’usato vale quasi due volte quello del nuovo: quest’anno, da gennaio a settembre, sono state immatricolate quasi 1,2 milioni di automobili. E nello stesso periodo i passaggi di proprietà a favore di clienti finali (cioè al netto dei “minipassaggi”, cioè le intestazioni provvisorie a concessionari e commercianti delle auto ritirate in permuta o acquistate per la rivendita) sono stati oltre 2,1 milioni.

Ma che mercato è oggi quello dell’usato? È conveniente e vale la pena di comprare una vettura di seconda mano? Ecco quali sono le logiche commerciali che governano attualmente questo mercato, cosa sta succedendo ai prezzi dell’usato, quali sono le migliori occasioni e dove si trovano. Con qualche consiglio utile per concludere buoni affari.

Come tutto dovrebbe cambiare

Il circolante invecchia. Innanzitutto occorre sottolineare che le auto in Italia sono sempre più vecchie, a dispetto della volontà delle Istituzioni di proiettare il nostro Paese verso una mobilità più sostenibile, col progressivo abbandono delle motorizzazioni termiche per abbracciare definitivamente, prima o poi, l’auto elettrica. L’età media del parco veicolare è di 12,6 anni, la più alta d’Europa, e l’età media delle auto che vengono tolte definitivamente dalle strade è addirittura di 17,5 anni.

A proposito di radiazioni: sono in drammatico calo. Anno dopo anno sono sempre meno (nel 2023 sono calate dell’8,1%), raggiungendo un rapporto di sole 62 cancellazioni dal Pubblico Registro Automobilistico ogni 100 auto nuove immatricolate. Nemmeno il mercato dell’usato, quindi, riesce a contribuire ad abbassare la media del parco circolante, visto che il mercato del nuovo, pur in ripresa, rimane ben al di sotto dei risultati del periodo ante-Covid (quest’anno, rispetto al 2019, mancano all’appello 300.000 auto nuove): più della metà delle auto usate che sono passate di mano quest’anno hanno un’età superiore ai 10 anni.

L’usato obsoleto, che è poco efficiente nei consumi e nelle emissioni, e non garantisce una sicurezza adeguata agli standard attuali, non è certo quello su cui dovrebbero puntare gli automobilisti che intendono cambiare l’auto. Eppure, paradossalmente, è quello che oggi mantiene le quotazioni più alte, come ci ha spiegato Roberto Martinetto, il responsabile delle quotazioni dell’usato di Sanguinetti Editore, la più importante società di analisi del mercato dell’usato in Italia, che elabora e pubblica le quotazioni di Eurotax, network market leader in Europa delle quotazioni di auto, moto, veicoli commerciali e industriali, camper, mezzi agricoli e barche.

Prezzi spesso fuori controllo

Prezzi in discesa. “Nel periodo post-pandemia le quotazioni dell’usato hanno avuto un’impennata, per mancanza di prodotto – spiega Martinetto – con rincari molto alti, fino quasi a non rendere più conveniente l’acquisto di un usato fresco (le auto con 1, 2 o al massimo 3 anni di vita, ndr), perché poco competitivo con il nuovo scontato. Negli ultimi mesi, però, si è registrata un’inversione di tendenza: il nuovo garantisce sconti sempre più bassi, mentre i prezzi dell’usato sono ricominciati a calare, anche se negli annunci di vendita, in particolare su internet, si trovano ancora molte auto proposte a prezzi inaccessibili.

Cos’è successo? Fino a qualche mese fa c’era una forte mancanza di prodotto. E gli operatori professionali, dealer e commercianti, cercavano di massimizzare i margini di profitto con l’usato, mentre le vendite del nuovo raggiungevano volumi sempre più bassi per la crisi economica innescata dal Covid, che spingeva verso l’alto i prezzi dell’energia e dei beni primari, innescando la corsa dell’inflazione. Negli ultimi mesi, però, le Case costruttrici e le reti di vendita sono tornati a immettere sul mercato grandi quantitativi di ‘km zero’, e i commercianti hanno ricominciato a importare stock di auto di seconda mano dall’estero (anche in questo caso ‘km zero’ o usato molto fresco, sia dall’est sia dall’ovest dell’Europa).

La conseguenza pratica è stata la discesa dei prezzi, a volte anche molto consistente, tranne nel caso delle auto in giacenza da tempo che, quando la disponibilità era scarsa, erano state acquistate a caro prezzo o supervalutate nelle permute”.

Optare in modo diligente

Scegliere l’alimentazione. Quindi oggi l’usato è tornato a essere disponibile e competitivo nel prezzo: vale la pena di approfittarne, a patto di scegliere con oculatezza. Quali sono le auto “giuste” da comprare? Il primo consiglio de L’Automobile è di puntare su modelli che rispondono alle più recenti normative antinquinamento (Euro 5 ed Euro 6, a seconda del budget a disposizione).

Quale alimentazione scegliere? Il suggerimento di Roberto Martinetto di Eurotax è prezioso, perché ci aiuta a orizzontarci nei trend di mercato attuali: “Le auto ibride sono la scelta giusta, tenendo però conto di un fatto: tutto ciò che non ha la spina è un assegno circolare. Quindi full hybrid e, in secondo ordine, mild hybrid. Le plug-in hybrid, invece, nell’usato trovano un sacco di difficoltà a trovare un compratore. E di conseguenza hanno valori residui in forte calo.

Perché l’utente dell’usato, per tradizione, è un consumatore molto attento ai costi d’esercizio e al risparmio, e ha compreso che le phev (acronimo con cui si intendono, appunto, le plug-in hybrid electric vehicle), se non sottoposte a continue ricariche, esauriscono presto l’autonomia a zero emissioni (e quindi a zero consumo), e poi marciano a benzina, ma con la zavorra di parecchie centinaia di chilogrammi di peso in più delle batterie, con livelli di consumo molto elevati (e prestazioni quasi sempre mortificate). Tra le piccole, spopolano le mild hybrid: in questo caso, però, può essere vantaggioso puntare su una “km zero”.

Se le complesse plug-in hybrid nell’usato hanno parecchi problemi di rivendibilità, figuriamoci le elettriche… che infatti si stanno rivelando le cenerentole del mercato delle auto di seconda mano.

Martinetto incalza su questo tema e tiene a sottolineare: “Le auto a corrente usate non le vuole nessuno, e quindi i valori residui sono tra i più bassi del mercato. Il primato negativo però va alle auto a metano, anche se queste ultime conservano una certa attrattiva nelle regioni con una rete distributiva eccellente (Emilia Romagna, Marche, Toscana e basso Veneto, in particolare). Perché il metanista per tradizione, nonostante gli aumenti del prezzo del gas (che comunque è sceso parecchio negli ultimi mesi), rimane affezionato a questa alimentazione.

Per le elettriche, fino a un anno fa, gli addetti ai lavori non erano preoccupati, perché il canale di sbocco dell’usato potevano essere i mercati esteri, dove la fame di elettriche era ben più consistente. Oggi che anche in Francia, Germania e Olanda la richiesta sta rallentando, sono gli stock locator stranieri che vorrebbero invadere l’Italia con grandi quantitativi di elettriche usate. E con prezzi ancora più concorrenziali del nostro usato nazionale”.

Chi non muore si rivede

L’Araba fenice risorge. E il buon vecchio diesel, dato per spacciato fino a qualche mese fa? Nell’usato si sta prendendo una rivincita clamorosa: il consumatore che si fa bene i conti in tasca ha capito che un’auto a gasolio garantisce i costi d’esercizio più bassi in assoluto. Certo, questo è un ragionamento che non vale nelle grandi metropoli, dove già il diesel Euro 5 sta per essere inesorabilmente sottoposto a ganasce circolatorie.

Ma nelle località di provincia, dove non esistono limitazioni, il diesel usato, come una novella araba fenice, risorge per l’ennesima volta. Anzi, le sue quotazioni sono proprio quelle che faticano di più a scendere. Per il gpl, che tanto piace ai clienti privati del nuovo, nell’usato tiene bene il valore, ma nel circuito delle auto di seconda mano ha una prevalenza in zone ben precise, in particolare nelle regioni del sud.

Un altro consiglio de L’Automobile a chi si accinge a valutare l’acquisto di un’auto usata riguarda il tema della garanzia. Posto che ormai nei circuiti dell’usato ufficiale lo standard è di 24 mesi di copertura (pertanto come quella del nuovo), molti programmi delle Case prevedono l’estensione sull’usato per periodi ben più lunghi. Fino ad arrivare alla proposta di Toyota, che copre le auto fino ai 15 anni dalla prima immatricolazione! No, non è un errore di stampa: avete letto bene, 15 anni (con il limite di 250.000 km). Con l’unico vincolo di effettuare un tagliando in concessionaria almeno una volta all’anno. Una spesa accettabilissima, visto che in pratica permette di ottenere una garanzia a vita.

La proposta di Toyota ha sparigliato le carte sul tavolo da gioco dell’usato e molti altri costruttori stanno
prendendo le opportune contromisure. La copertura di una garanzia sull’usato ufficiale è un plus che sul mercato conta ovviamente molto e rasserena chi è in procinto di acquisto, al punto che il prezzo un po’ superiore è solitamente ben accettato dal consumatore.

La classifica

I modelli più venduti. Scorrendo la graduatoria delle 25 auto più “soggette a passaggio di proprietà” nello scorso mese di settembre, ai primi posti si trovano modelli molto popolari e prevalentemente con carrozzeria tradizionale, cioè berlina. Si tratta soprattutto di citycar e utilitarie.

Al primo posto c’è naturalmente la Fiat Panda che, nei numeri di vendita, continua a essere preferita nella seconda generazione (serie 169), quella costruita dal 2003 al 2012. È un’auto che si può acquistare a prezzi a partire dai 2000 euro se in buono stato. Numeri di vendita leggermente inferiori per la terza generazione (serie 319, dal 2012 a oggi), ma questo è il modello che si può trovare anche a “km zero”. Le preferite della terza serie sono le versioni a benzina.

Fanalino di coda, nei volumi, ma non nell’apprezzamento, è la Panda prima serie (Tipo 141) che, nata oltre 40 anni fa (nel 1980) è ormai un modello da collezione, soprattutto nell’edizione 4×4. Ma che, specie negli esemplari più “freschi” (2000-2003) costituisce ancora un riferimento nella mobilità minimale nei paesi di provincia.

Al secondo posto della classifica dei modelli più venduti c’è la Fiat Grande Punto/Punto Evo (2005-018). Rimane ancora l’utilitaria italiana per eccellenza. A seguire la Fiat 500 (dal 2007 a oggi): nell’usato è un vero assegno circolare, anche perché offre una gamma sterminata di prezzi (dai 3500 euro in su).

Quarta è la Lancia Ypsilon: in questo modello sono comprese tutte le Ypsilon dal 2003 a oggi. Una citycar premium che gode di stima immensa nell’usato. Insieme i quattro modelli di cui sopra rappresentano oltre il 16% del mercato e questo significa che i nostri connazionali quando pensano all’usato puntano ancora soprattutto ai marchi di casa. Quinta è la prima “straniera”: l’intramontabile Volkswagen Golf. Per questo modello il punto di riferimento è ancora la motorizzazione a gasolio, specie nelle versioni della seconda metà degli anni 10.

Come si può osservare, tutte le prime posizioni sono appannaggio di modelli berlina. Per trovare la prima suv in classifica bisogna scendere fino alla quindicesima posizione, dove si trova la Fiat 500X. Nonostante da qualche anno le suv spopolino nel mercato del nuovo e abbiano sorpassato berline e station wagon, nell’usato il cliente è più tradizionale, e preferisce ancora una tipologia d’auto più convenzionale (anche perché costa meno). Ma nei prossimi anni questa tendenza sarà sovvertita.

Da privato, commerciante oppure nelle aste online?

Ormai il mercato dell’auto usata è una sorta piattaforma globale che permette di comprare persino nell’angolo più remoto del mondo. La soluzione “fisica” tradizionale è quella di rivolgersi direttamente alle concessionarie ufficiali, che trattano quasi esclusivamente vetture con pochi anni di vita, quasi sempre ritirate in permuta dai clienti. È la soluzione preferibile per chi vuole una garanzia del marchio (che, come abbiamo visto, è sempre la più completa e affidabile).

Il mercato dei privati è un ginepraio da cui uscire avendo fatto un affare non sempre è facile (i primi “schilometratori” oggi sono proprio i privati che, sbagliando clamorosamente, pensano di non rischiare nulla ad abbassare le percorrenze effettive, ma non è vero: sempre di truffa si tratta).

Canali alternativi sono gli stock locator: intermediari professionisti che gestiscono quantitativi di migliaia (o persino decine di migliaia) di automobili usate (o a km zero) all’anno, provenienti dalle case produttrici, oppure dai noleggiatori a breve e a lungo termine, spostando stock da una parte all’altra dell’Europa, a seconda di dove conviene vendere.

Gli stessi noleggiatori hanno un proprio sistema di rivendita dell’usato, che può rivelarsi conveniente nel prezzo ed è sempre coperto da garanzia. Infine le aste online: attenzione, però, perché occorre fiuto ed esperienza. In pochi secondi si può fare un affare, oppure trovarsi per le mani un bidone.

 

Testo di Marco Di Pietro

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