
Testo di Maurizio Bertera
Considerando che i progetti infrastrutturali in Africa, hanno quasi sempre delle complicazioni e tempi conseguentemente lunghi, fa sorridere il nome assegnato alla nuova autostrada che dovrebbe collegare Nairobi e Mombasa: ‘Usahihi’ che in lingua swahili significa ‘precisione’.
La notizia è che un fondo americano – Everstrong Capital – ha firmato un accordo per il finanziamento di un miliardo di dollari per la costruzione della più lunga autostrada del Kenya e la più lunga a pedaggio dell’intero Continente. Lunga 440 km dovrebbe costare in tutto circa 4 miliardi di dollari, come riporta il sito Kenyans. L’autostrada – a sei corsie – intende puntare anche sulla sostenibilità, con corridoi sicuri per il passaggio degli animali selvatici, colonnine di ricarica per le auto elettriche e infrastrutture per le energie rinnovabili.
Il progetto mira a rivoluzionare la rete di trasporti del Paese come attore chiave nel corridoio dell’Africa Orientale, collegando il porto di Mombasa alla capitale Nairobi e da qui alle altre Nazioni della regione che non hanno sbocco sul mare come Uganda, Ruanda, Etiopia e Sud Sudan. Secondo la Reuters, l’autostrada dovrebbe essere pronta nel 2029 e avrà un forte impatto politico: per anni, la Cina è stata il maggiore interlocutore del Kenya, finanziando numerosi progetti infrastrutturali, spesso mettendo da parte le aziende statunitensi.
Il presidente William Ruto – eletto nel settembre 2022 – ha trovato invece grande attenzione da parte dell’Amministrazione americana e nella seconda parte dell’era Biden è stato il primo leader africano degli ultimi 15 anni a essere ricevuto con tutti gli onori alla Casa Bianca. Resta comunque da vedere se Donald Trump resterà sulla rotta della ritrovata competizione tra gli Stati Uniti e la Cina che sinora ha influenzato pesantemente l’economia della regione.
L’iniziativa in Kenya potrebbe riportare anche entusiasmo per la famosa Trans-African Highway, uno dei progetti infrastrutturali più ambiziosi mai concepiti in Africa: una rete di strade lunga quasi 57mila km che mira a collegare il Continente in modo capillare. L’iniziativa coinvolge 23 paesi, con in prima fila Egitto, Nigeria, Sudan, Camerun, Libia, Algeria, Sudafrica, Tanzania e appunto Kenia Promossa da Nazioni Unite, Banca Africana di Sviluppo e Unione Africana, la rete si articola in nove grandi autostrade.
Alcuni tratti, come la Cairo-Dakar (TAH 1) e la Lagos-Mombasa (TAH 8), rappresentano già percorsi vitali lungo la costa nordafricana e nell’Africa occidentale. In altre aree, tuttavia, mancano lunghe tratte in quanto non asfaltate o interrotte da terreni impervi e instabili, che richiedono significativi lavori di costruzione e manutenzione. Per non parlare di conflitti locali e instabilità che hanno danneggiato o distrutto tratti di strade e ponti in paesi come la Repubblica Democratica del Congo, l’Angola e la Sierra Leone, rallentando ulteriormente la costruzione. Bisognerà avere molta, molta pazienza tanto più che il progetto complessivo ha un costo stimato di ben 30 miliardi di dollari
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