
Urso: “Auto europea al collasso. Serve un Fondo per la competitività”
– In sintesi –
“Auto europea al collasso, Bruxelles agisca ora.” È il monito lanciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto a Bruxelles durante il Consiglio Competitività nel contesto del Dialogo strategico sull’Automotive. Un discorso accorato che riafferma la centralità dell’industria automobilistica per l’economia europea e l’urgenza di interventi concreti.
“Da tre anni chiediamo una revisione del Green Deal. Ora non è più tempo di discussioni o rinvii: bisogna decidere subito e farlo con chiarezza”, ha dichiarato Urso, ricordando come l’Italia avesse già presentato un ‘non paper’ per chiedere la rimozione delle super-multe sulle emissioni e l’anticipo della revisione del regolamento CO2, obiettivi oggi finalmente sul tavolo.
Il Ministro ha ribadito che l’industria dell’auto è la prima industria europea, da cui dipendono milioni di posti di lavoro. Per questo motivo ha chiesto un approccio pragmatico che tenga conto di tutta la filiera: dalle auto ai veicoli leggeri (le cosiddette kei car), pesanti e flotte aziendali.
Allo stesso tempo, Urso ha sottolineato l’importanza del Fondo europeo per la competitività, ritenuto “strumento indispensabile” per accompagnare la transizione dei settori strategici. Ha ricordato le stime di Mario Draghi: da 500 miliardi nel 2024 a 1.200 miliardi nel 2025 per colmare il divario competitivo.
Urso ha chiesto misure specifiche per il settore Automotive, richiamando il principio della neutralità tecnologica. Ha proposto che il nuovo fondo preveda strumenti innovativi per start-up e scale-up, combinando risorse pubbliche e private, e che si favorisca la produzione europea di batterie, evitando nuove dipendenze tecnologiche.
“Non possiamo passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a una dipendenza tecnologica da altri Paesi. L’auto europea ha bisogno di autonomia industriale e resilienza”, ha affermato Urso, evidenziando come ogni giorno si moltiplichino gli annunci di chiusure e licenziamenti nella filiera continentale.
Durante il Consiglio Competitività, numerosi interventi hanno supportato la posizione italiana, a dimostrazione di una crescente consapevolezza europea: serve un cambiamento concreto e rapido, per evitare che l’industria automobilistica –cuore pulsante dell’economia continentale – finisca strangolata da regole ideologiche e da un mercato sempre più asimmetrico.
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