
Donald Trump è stato eletto 47° presidente degli Stati Uniti. La sua vittoria segna un possibile ritorno al protezionismo economico, con l’industria automobilistica europea che è in allerta. Vediamo perchè.
Trump ha sempre sostenuto l’idea di una politica commerciale volta a proteggere i prodotti “Made in USA”. E l’automotive, settore chiave dell’economia americana, potrebbe essere il primo a beneficiare di misure protezionistiche. Nel mirino di queste politiche ci sarebbero le case automobilistiche europee e giapponesi che trovano negli USA uno dei loro mercati più redditizi. Più volte nei suoi comizi il tycoon si è scagliato contro i “Paesi amici”, quindi l’Europa e il Giappone, “che ci stanno fregando in particolare nel commercio“. Gli europei, afferma Trump, “non comprano le nostre auto, non comprano i nostri prodotti agricoli, non comprano niente. In compenso ci danno le loro Mercedes, le loro BMW, le loro Volkswagen“. Per cui è giunto il momento secondo il neo Presidente di porre fine a questa situazione imponendo dazi. Provvedimenti di questo tipo potrebbero costare caro all’Europa. Significherebbero non solo la perdita di competitività dei costruttori europei. Ma potrebbero avere anche delle conseguenze sulla filiera produttiva interna. Un crollo delle vendite negli Stati Uniti avrebbe un impatto inevitabile su tutta la catena di produzione europea. Con possibili tagli al personale e riduzione degli investimenti.
Un altro settore dell’industria automobilistica che potrebbe risentire della vittoria di Trump è quello delle auto elettriche. Nonostante le critiche mosse in passato alla transizione ecologica, Trump sembra disposto a favorire l’elettrico, ma solo se a guida americana. La sua politica potrebbe quindi anche in questo caso adottare un protezionismo americano. Per cui verrebbero limitati gli incentivi alle sole auto elettriche prodotte negli States, a tutto beneficio di marchi quali Tesla. Non a caso Elon Musk, CEO di Tesla è stato il principale sostenitore della campagna elettorale del nuovo presidente (Si parla di 130 milioni concessi a Trump per la sua campagna elettorale) .
L’Europa si trova dunque di fronte a una sfida imprevista, che richiede una risposta strategica per proteggere il proprio settore automobilistico dalla nuova ondata di protezionismo americano. Trump ha reso chiaro il suo intento: proteggere le fabbriche e i posti di lavoro americani. Ora spetta all’Europa adattarsi a una situazione in rapida evoluzione, trovando nuove alleanze strategiche e lavorando per consolidare la propria posizione in un contesto che sembra sempre più dominato dalla logica della competizione nazionale.
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