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Trump ha messo in ginocchio l’industria dell’auto: i Big sprofondano

di Emiliano Ragoni - 30/04/2025

Trump – CC. Immagine generata con l’AI

Introduzione

Donald Trump con la sua polizia sui dazi sta mettendo in ginocchio l’industria dell’auto. Incertezza, ricavi in calo e scarsa competitività nei confronti della Cina stanno mettendo in ginocchio l’industria automobilistica europea. La sfida con il Pechino è appena iniziata e il risultato finale sembra scontato salvo una doverosa inversione di tendenza, che però deve essere appoggiata da una politica lungimirante. Tutti i maggiori costruttori hanno rivisto in ribasso le loro stime.

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Volkswagen

Volkswagen ha iniziato il 2025 con un netto calo degli utili. Il marchio ha registrato un utile netto di 2,19 miliardi di euro nel primo trimestre, in calo del 40,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. A pesare sono stati diversi fattori, tra cui costi straordinari per oltre un miliardo di euro e la debolezza delle attività in Cina, mercato chiave per il gruppo. Il risultato operativo è sceso del 37%, attestandosi a 2,9 miliardi di euro. Tra le voci che hanno inciso sul bilancio: accantonamenti per la CO₂ in Europa, la ristrutturazione della divisione software Cariad e le riserve legate allo scandalo Dieselgate. A questo si aggiunge la crescita delle perdite nel settore batterie e la redditività ridotta nelle joint venture cinesi. Unico segnale positivo, il fatturato, che è salito leggermente (+3%) a quota 77,6 miliardi di euro. Volkswagen ha confermato le previsioni per l’intero 2025, pur precisando che non tengono ancora conto dell’impatto dei nuovi dazi commerciali statunitensi voluti dal presidente Donald Trump.

ID. EVO

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Stellantis: -14%

Nel primo trimestre del 2025, Stellantis ha registrato ricavi per 35,8 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Fonte: Radiocor). Una flessione dovuta soprattutto alla riduzione dei volumi di vendita, a un mix geografico sfavorevole e alla normalizzazione dei prezzi dopo gli aumenti degli anni scorsi. Il dato si è comunque mantenuto in linea con le aspettative degli analisti, che stimavano ricavi compresi tra i 35,4 e i 35,92 miliardi di euro.

Le consegne complessive nel trimestre sono state pari a 1,217 milioni di veicoli, con un calo del 9%rispetto al 2024. A incidere sono stati i fermi produttivi prolungati in Nord America durante le vacanze di gennaio, i cambi di gamma in corso e la riduzione delle vendite di veicoli commerciali leggeri nell’Europa allargata. A causa delle incertezze legate ai possibili dazi sull’import-export, Stellantis ha sospeso le proprie previsioni finanziarie per l’anno in corso. Intanto, l’assemblea degli azionisti ha approvato il dividendo ordinario di 0,68 euro per azione, che sarà distribuito il 5 maggio 2025. Il Gruppo fa sapere che il processo di nomina del nuovo Ceo è attualmente in corso e che si concluderà entro giugno 2025.

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Porsche: taglio delle stime

Come Stellantis e tutti gli altri grandi costruttori, anche Porsche ha tagliato le previsioni per l’anno in corso. Secondo la Porsche i dazi avranno un impatto annuo fino a 2 miliardi di euro.

Il costruttore di lusso di proprietà del Gruppo Volkswagen ha abbassato le stime di fatturato a una forbice compresa tra i 37 e i 38 miliardi di euro, contro i 39-40 miliardi inizialmente attesi. Scende anche il margine operativo, ora previsto tra il 6,5% e l’8,5%, in calo rispetto al precedente intervallo (compreso tra il 10% e il 12%). I dati sono stati comunicati dalla stessa Casa tedesca, in occasione della presentazione del rapporto sul primo trimestre 2025. Secondo la Porsche, i fattori principali che stanno influenzando negativamente le performance sono il rallentamento della domanda di veicoli elettrici, il mercato cinese debole (nel primo trimestre -42%) e i dazi Usa. Vista l’incertezza sugli EV, la Casa tedesca ha deciso che il progetto Cellforce Group, la controllata Porsche per la produzione di batterie ad alte prestazioni, sarà portato avanti con un partner e non più in autonomia.

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Volvo, al via il piano di tagli

Il 2025 è partito in salita per Volvo, che ha chiuso il primo trimestre con ricavi in calo a 82,9 miliardi di corone svedesi (circa 8,63 miliardi di dollari), rispetto ai 93,9 miliardi dello stesso periodo del 2024. L’utile operativo si è quasi dimezzato, scendendo da 4,7 a 1,9 miliardi di corone (197,8 milioni di dollari), con un margine Ebit che passa dal 5% al 2,3%. Di fronte al rallentamento della domanda e alle tensioni globali, il gruppo svedese ha annunciato un ambizioso piano di taglio costi da 18 miliardi di corone svedesi (1,87 miliardi di dollari), che prevede anche riduzioni di personale e sarà in larga parte realizzato nel 2026. La Volvo ha deciso di non fornire previsioni finanziarie né per l’anno in corso né per il 2026. Il ceo Håkan Samuelsson ha parlato di “un’industria che affronta sfide mai viste prima”, confermando però la rotta verso l’elettrificazione e la regionalizzazione dei mercati. Segnali positivi arrivano dalle vendite di modelli elettrificati (full electric e plug-in hybrid), che rappresentano il 43% del totale consegnato. Tra le novità, il debutto della nuova ES90, completamente elettrica e definita “software-defined”.

 

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Mercedes, l’effetto Trump si sente: utile -43%

Anche per Mercedes il primo trimestre 2025 si chiude con un forte calo dell’utile nettosceso del 43% a 1,73 miliardi di euro. Un risultato peggiore delle attese, condizionato dalle incertezze che pesano sull’intero comparto automotive. La Casa tedesca ha lanciato un chiaro avvertimento sugli effetti dei dazi commerciali di Trump, che potrebbero impattare in modo “significativo” su margini e flussi di cassa delle divisioni auto e van. Pur beneficiando di una riduzione dei dazi statunitensi per i produttori con stabilimenti negli USA, la Mercedes sottolinea che lo scenario resta troppo instabile per formulare previsioni attendibili sul resto dell’anno.

Exterieur: AMG Line Plus, MANUFAKTUR patagonienrot metallic // exterior: AMG Line Plus, MANUFAKTUR patagonia red metallic

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