
Testo di Fabio Madaro
Lo abbiamo scritto altre volte, vent’anni – o poco più – sono un tempo più che sufficiente per rivoluzionare il mondo dell’automobile. Modelli che sembravano modernissimi diventano rapidamente testimoni di un’epoca passata, mentre altri trovano la forza di rinnovarsi senza mai perdere il filo con la propria identità.
È il caso della Toyota RAV4, un nome che ormai è entrato nell’immaginario collettivo: la sigla suv che ha sempre contraddistinto questa vettura è nata negli anni ’90 e sta per Recreational Active Vehicle 4-wheel drive, e sintetizza meglio di mille descrizioni il suo spirito. Un’auto ricreativa, attiva e versatile. Con la seconda generazione, lanciata nel 2000, la RAV4 consolidava il segmento che lei stessa aveva creato pochi anni prima. Con la sesta generazione, presentata nel 2025, quel concetto di Suv compatta e pratica si è evoluto diventando una sorta di laboratorio di tecnologia e sostenibilità.
Quando nel 2000 debuttò la RAV4 di seconda generazione (codice XA20), il mercato europeo stava scoprendo il fascino dei suv di ridotte dimensioni. Non più solo fuoristrada per avventurieri, ma auto da usare tutti i giorni, con una posizione di guida rialzata, un look robusto e un pizzico di avventura a disposizione. La nuova RAV4 si presentava in due varianti di carrozzeria: la più agile tre porte, lunga appena 3,85 metri, e la più versatile cinque porte da 4,1 metri. Dimensioni quasi da utilitaria, ma con l’immagine di una fuoristrada vera.

Sotto al cofano, la gamma motori puntava su unità robuste ed efficienti secondo la miglior tradizione Toyota: il 2.0 VVT-i benzina da 150 cv era la scelta più diffusa, capace di regalare buone prestazioni e una discreta affidabilità, mentre per chi voleva spendere meno c’era anche il 1.8 VVT-i da 125 cv. In Europa, dove il diesel cominciava a conquistare clienti in ogni segmento, arrivò il 2.0 D-4D turbodiesel da 116 cv, apprezzato soprattutto per la coppia e i consumi contenuti. Le trasmissioni includevano manuali a 5 marce o automatici a 4 rapporti, mentre la trazione integrale permanente con differenziale centrale bloccabile restava una vera garanzia di mobilità su fondi difficili.

Il bagagliaio oscillava da 300 a oltre 500 litri a seconda della configurazione, e l’abitacolo, seppur semplice e privo di fronzoli, offriva spazio sufficiente per una famiglia. La RAV4 non era un’auto di lusso, ma una compagna affidabile, capace di conquistare clienti trasversali: giovani, famiglie, professionisti. Il restyling del 2003 portò piccoli affinamenti stilistici e un motore 2.4 benzina da 163 cv, più adatto ai mercati americani. Ma la formula di base rimase invariata.

La RAV4 fu una delle protagoniste della vera e propria esplosione dei suv nei primi anni Duemila. Fino ad allora per molti, le auto per antonomasia erano ancora le berline, ma in pochi anni i gusti cambiarono radicalmente. La posizione rialzata, la versatilità e quell’aria da “avventura sempre possibile” divennero irresistibili. In Italia, ad esempio, la RAV4 conquistò una nicchia importante: piaceva a chi voleva distinguersi senza spendere le cifre di una fuoristrada tradizionale, e al tempo stesso offriva più comfort e facilità di guida. In questo senso, fu una vera antesignana di un fenomeno che oggi appare scontato, ma che venticinque anni fa stava appena nascendo. La seconda generazione rimase a listino fino al 2005.
Arriviamo così alla nuova RAV4 presentata nel 2025. Sesta generazione, piattaforma TNGA-K, look muscoloso e sofisticato, fari a led sottili e un abitacolo spazioso che oggi è dominato dalla tecnologia. La plancia integra un grande display centrale fino a 12,9 pollici, il quadro strumenti digitale e un sistema multimediale aggiornabile over-the-air, connesso in 5G e compatibile con assistenti vocali evoluti.

Ma la vera rivoluzione è sotto la carrozzeria: la RAV4 2025 è disponibile solo in versione ibrida con motore quattro cilindri di 2,5 litri, mild o plug-in. La variante plug-in da 306 cv spinge l’autonomia elettrica fino a 100 km, un valore che la rende una sorta di “quasi elettrica” per l’uso quotidiano, ma con la certezza di poter contare sul motore termico per i viaggi lunghi. Le prestazioni sorprendono: alcune versioni scattano da 0 a 100 in meno di 6 secondi, valori che un tempo erano appannaggio delle sportive. La trazione integrale ove presente, oggi chiamata E-Four, sfrutta un motore elettrico dedicato al retrotreno, eliminando l’albero di trasmissione e garantendo una distribuzione della coppia rapida ed efficiente.

Sul fronte sicurezza, la dotazione di ADAS è completa: dal cruise control adattivo con assistente al cambio corsia, al monitoraggio incroci frontale, fino ai sistemi di parcheggio autonomo. La RAV4 è diventata un suv intelligente, connesso, pronto a interagire con chi la guida in modi impensabili all’epoca della seconda generazione.
Altro segnale del cambiamento è il prezzo. All’inizio degli anni Duemila, una RAV4 partiva da poco più di 20.000 euro, mentre le versioni meglio equipaggiate non superavano i 29.000 euro. Oggi il listino del 2025 parte da oltre 42.000 euro e può arrivare a oltre 56.000 per la più ricca 2.5 Phev GR Sport AWD-i. Un raddoppio quasi matematico, che riflette non solo l’inflazione, ma anche il salto tecnologico e di immagine compiuto dal modello.

Ma cosa lega la RAV4 del 2000 a quella del 2025? In fondo, la stessa idea di partenza: offrire un suv a misura d’uomo, pratico, versatile e capace di adattarsi alle esigenze più diverse. Cambiano i tempi, cambiano i motori – dal 2.0 benzina robusto e senza fronzoli alle sofisticate unità ibride – ma resta la promessa di un’auto affidabile, spaziosa e pronta all’avventura. È questa continuità a spiegare il successo mondiale del modello: nel 2024 la RAV4 è stata l’auto più venduta al mondo, simbolo dell’affidabilità Toyota e bandiera dell’ibrido. Eppure, in quel DNA che resiste, c’è ancora qualcosa della piccola tre porte del 2000, agile e concreta, pensata per un mondo che stava appena scoprendo quel tipo di veicoli.
La RAV4, in fondo, è stata anche uno specchio dei tempi. All’inizio degli anni Duemila accompagnava una società italiana che stava scoprendo la voglia di suv, simbolo di un benessere diffuso e di una nuova idea di libertà a quattro ruote. Oggi, nell’era delle transizioni ecologiche e delle città sempre più connesse, la RAV4 continua a interpretare le esigenze del presente: efficienza, tecnologia, sicurezza.

È il segno che un modello può cambiare radicalmente pelle, passando da un semplice 2.0 benzina di un tempo a un sofisticato ibrido da oltre 300 cavalli, senza smarrire del tutto la propria vocazione originaria. In venticinque anni la società è cambiata, ma la RAV4 ha sempre trovato il modo di restare attuale: ed è forse questa la sua più grande forza.

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