
Testo di Mattia Eccheli
Mentre l’Elon Musk che funge da consigliere di Donald Trump alla Casa Bianca è sempre più influente, quello a capo di Tesla attraversa un momento difficile, soprattutto in Europa. Dopo aver cominciato male il 2025 con un gennaio caratterizzato da pesanti cali, febbraio non sembra destinato a essere migliore.
I dati dei primi mercati che hanno già ufficializzato i risultati commerciali dello scorso mese continuano a essere negativi, come rileva Electrek. In Italia, (sono usciti ieri i dati di mercato di febbraio, vedi qui le più vendute) non un mercato rappresentativo per le elettriche che rispecchiano il 5% del totale immatricolato, Tesla ha immatricolato 843 vetture in calo rispetto alle 1.851 di febbraio 2024. In Francia le immatricolazioni erano state 3.244 nel febbraio del 2024 e sono state 2.395 in quello del 2025.
In Norvegia, il primo mercato elettrico al mondo come quota a zero emissioni (oltre 9 registrazioni di auto nuove su 10 sono a batteria), i volumi di Tesla sono addirittura dimezzati – da 1.777 a 917 – malgrado una crescita delle vendite delle elettriche del 21%. E lo stesso vale per un altro ricco mercato scandinavo, la Danimarca. La motorizzazione danese ha contabilizzato 509 Tesla vendute lo scorso febbraio, contro le 1.086 delllo stesso mese del 2024. In Svezia l’andamento è solo un po’ migliore: 613 contro 1.064.
Nelle prossime ore sono attesi i dati relativi a due grandi mercati, significativi non solo per i volumi, ma anche per l’incidenza delle elettriche sul totale: Regno Unito (-18% in gennaio con 1.293 immatricolazioni per Tesla) e Germania (-60% in gennaio con 1.277 registrazioni). In Europa, Tesla aveva chiuso il primo mese del 2025 con una flessione del 46,2% a poco meno di 6.800 unità targate.
A incidere non sono soltanto il momento difficile delle auto elettriche e il rinnovamento della Model Y, l’auto di maggior successo della casa statunitense, ma verosimilmente la strategia mediatica di Musk e le sue ingerenze nella politica europea. Il manager strizza l’occhio a un elettorato estremista e conservatore (per ricorrere a un eufemismo), generalmente meno sensibile alle tematiche ambientali e anche meno aperto verso le elettriche, come dimostrano gli stessi programmi elettorali dei partiti e dei movimenti per i quali si è speso.
Fonte: electrek
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