
Non solo le auto diventano più efficienti: anche gli impianti produttivi si evolvono. Subaru ha avviato i test delle batterie allo stato solido sviluppate da Maxell, installandole nei robot industriali e nei sistemi di controllo della produzione presso lo stabilimento di Oizumi, in Giappone. L’iniziativa rientra nel percorso verso fabbriche più sostenibili e autonome, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti e semplificare la manutenzione.
Il contesto è quello delle smart factory, fabbriche intelligenti che combinano automazione, digitalizzazione e sostenibilità. Qui i robot e i sistemi produttivi non sono solo strumenti meccanici, ma nodi di una rete capace di ottimizzare consumi, ridurre sprechi e migliorare la qualità dei processi. Nei cicli tradizionali i robot di linea utilizzano batterie primarie monouso, da sostituire ogni uno-due anni con un forte impatto in termini di costi e rifiuti.

Subaru ha scelto di sostituirle con le batterie allo stato solido, accumulatori di nuova generazione privi di elettroliti liquidi, più compatti, sicuri e durevoli. Con oltre dieci anni di autonomia operativa, queste batterie permettono di ridurre drasticamente la manutenzione e di tagliare i rifiuti industriali, rendendo i processi produttivi più sostenibili ed efficienti.
La scelta di Subaru si inserisce in una tendenza più ampia che riguarda l’intero settore. Le batterie allo stato solido sono considerate la prossima grande rivoluzione per le auto elettriche: garantiscono maggiore densità energetica, tempi di ricarica più rapidi e standard di sicurezza più elevati rispetto alle celle agli ioni di litio.

Toyota, partner di Subaru nello sviluppo di modelli a batteria come il Solterra-bZ4X, ha già annunciato importanti investimenti e una roadmap che punta al debutto commerciale entro la fine del decennio. Anche altre case giapponesi stanno accelerando, con progetti di produzione di massa previsti tra il 2027 e il 2028.
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