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Stellantis investe in America

di Redazione - 23/01/2025

Testo di Emiliano Ragoni

Stellantis prova a mettere “una pezza” ai dazi imposti da Trump, che prevede una tariffa del 25% per le vetture importate da Messico e Canada. Il presidente John Elkann gioca d’anticipo e, adottando un approccio collaborativo, incontra a Washington Trump e altri funzionari dell’amministrazione. Il tavolo è ricco perché c’è in gioco il presente e il futuro di Stellantis in America, mercato che per il Gruppo vale circa la metà dei profitti e che con l’amministrazione Tavares ha conosciuto il suo andamento peggiore.

Investimenti in America

Per Elkann e Stellantis la cosa più giusta e conveniente è quella di scommettere sugli Stati Uniti, da qui la decisione di annunciare nuovi investimenti, diventando così il primo grande costruttore ad amicarsi la nuova amministrazione Trump. Secondo quanto riportato dall’ANSA, Antonio Filosa, chief operating officer del Nord America, ha inviato una lettera ai dipendenti nella quale ha riferito dell’incontro Trump-Elkann, definendolo “strategico nell’impegno dell’azienda a far crescere la produzione di auto e manifatturiera”.

Una ghiotta occasione per Stellantis

Il cambio d’amministrazione per Stellantis, che in America può contare su marchi come Jeep e Ram, due “galline dalle uova d’oro”, rappresenta un’occasione troppo ghiotta per sbloccare i finanziamenti, che con Biden erano stati messi in naftalina. In America il costruttore può contare su 12 stabilimenti, due per l’assemblaggio, sei per i motori, tre per la trasmissione e sette per la lavorazione meccanica.

Gli investimenti

Stando al New York Times, fra gli investimenti che il costruttore effettuerà in Usa c’è quello per la produzione di un pick-up di medie dimensioni medie a Belvidere, Illinois (questa azione consentirà di rimettere al lavoro circa 1.500 dipendenti rappresentati dall’UAW), oltre alla produzione della prossima generazione della Dodge Durango, al Detroit Assembly Complex. Previsti investimenti nel Toledo Assembly Comples, in Ohio, dove vengono prodotte le Jeep Gladiator e Wrangler, modelli che verranno aggiornati, e nell’impianto di Kokomo, in Indiana, per produrre il motore Hurricane 4, il nuovo 6 cilindri in linea biturbo che ha sostituito il “mitico” V8 Hemi. Filosa ha assicurato che tutti gli investimenti sono stati condivisi con il potente sindacato dei metalmeccanici americano United Auto Workers, con cui Stellantis intende “lavorare insieme per rafforzare l’azienda”. Con l’UAW alcuni mesi fa c’erano state delle frizioni e delle minacce di sciopero per le omesse informazioni da parte di Stellantis sui piani di trasferimento della produzione del Durango da Detroit al Canada, oltre alle polemiche sui ritardi sulla riapertura dello stabilimento di Belvidere. Ma queste incomprensioni, alla luce dei nuovi investimenti, sembrano appartenere al passato remoto.

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