
Gli stabilimenti Stellantis di Pratola Serra e Termoli hanno una lunga tradizione nella produzione motoristica italiana. Hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo e alla realizzazione di diversi motori per i marchi del Gruppo. Tuttavia, oggi, soprattutto a causa della transizione energetica in atto, entrambi gli stabilimenti stanno conoscendo un periodo difficile. Ripercorriamo la loro storia.
Lo stabilimento di Termoli, situato in Molise, fino a qualche anno fa aveva un’importanza fondamentale nell’economia dell’ex FCA. Ha avuto un ruolo molto importante nella produzione di motori e cambi per vari marchi del Gruppo Fiat e successivamente FCA, fino all’attuale passaggio al Gruppo Stellantis.
Le attività di bonifica dell’area di Pantano Basso iniziarono nel 1970. Due anni dopo, nel 1972, iniziò la produzione di uno stabilimento che la storia ha consegnato come strategico per il Gruppo Fiat, con l’obiettivo di supportare la produzione di motori per l’azienda.
L’avvio della produzione nello stabilimento, segnò un profondo e positivo cambiamento socio-culturale e un incremento demografico, con la Fiat che contribuì fattivamente alla realizzazione dei primi alloggi. Inoltre, alimentò fuori dai
confini regionali, la conoscenza della regione.

Nel corso degli anni ’80 e ’90, diventa un polo produttivo chiave per motori e trasmissioni utilizzati in diversi modelli del gruppo Fiat, tra cui quelli di Lancia, Alfa Romeo e Fiat stessa. Il sito si specializza nella produzione di motori Fire, una delle tecnologie più longeve della Casa italiana.
Per migliorare la produzione dei motori viene costruito un nuovo capannone, il Termoli 3, inaugurato da Sandro Pertini e Gianni Agnelli (foto sopra).

Il motore FIRE (acronimo di Fully Integrated Robotized Engine) è un 4 tempi alimentato a benzina con 4 cilindri in linea verticale e distribuzione ad asse a camme in testa a 8 (monoalbero) o 16 valvole (bialbero) a disposizione trasversale anteriore. Progettato a Torino, viene prodotto a partire dal 1985 dal Gruppo Fiat e montato per la prima volta sulla Autobianchi Y10.
Gli anni novanta segnarono l’avvio produttivo del FIRE 16V, evoluzione naturale del precedente motore. Anche questo propulsore, ha riscosso grande successo e ha costituito le unità utilizzate su 500 e 500L.
Lo stabilimento termolese dal 2006 ha iniziato la produzione del cambio M40 destinato ai veicoli commerciali. Questo nuovo cambio si è integrato alla produzione dello storico C510.
Dopo vari aggiornamenti ed evoluzioni, l’ultimo esemplare dell’originale FIRE aspirato dalla cilindrata di 1242 cc a 8 valvole è stato prodotto nell’impianto di Termoli il 7 maggio 2020 con il numero di matricola 23.233.856, cedendo definitivamente il passo alla successiva famiglia di motori benzina Firefly.

Un momento critico per lo stabilimento è l’anno 2003, a causa dell’alluvione che colpisce Termoli e l’area limitrofa, causando una perdita di 30.000 motori che si ripercuote sull’intero Gruppo. Nel 2009 lo stabilimento avvia la produzione del nuovo motore Multiair e dal 2015 costruisce due dei propulsori dell’Alfa Romeo Giulia (foto sotto).
Stiamo parlando del Global Medium Engine (abbreviato con la sigla GME), un motore a benzina con quattro cilindri in linea. ll primo propulsore di questa famiglia è un 2.0 litri a 4 cilindri in linea ad iniezione diretta con sovralimentazione mediante turbocompressore twin scroll, monoblocco e testata in alluminio e dotato del MultiAir 2, un sistema di gestione delle valvole di aspirazione attraverso un comando elettroidraulico.

Nel 2017 il sito ha raggiunto il record di 1.123.529 motori e cambi prodotti.
Con la creazione di Stellantis, il futuro dell’impianto ha iniziato a cambiare direzione. La fusione tra FCA e PSA ha portato a una riorganizzazione delle fabbriche europee, con un focus sulla transizione verso l’elettrificazione. Stellantis ha così deciso di convertire lo stabilimento di Termoli in una Gigafactory per la produzione di batterie elettriche.
Tuttavia, al momento, il progetto Gigafactory è fermo e l’unica prospettiva per Termoli, oltre alla produzione dei motori Firefly, è rappresentato dai cambi eDCT, la cui produzione verrà avviata a partire dal 2026.

Motori FIRE:
Motori Multiair:
Motori V6:

Lo stabilimento di Pratola Serra, in provincia di Avellino, nasce ufficialmente nel 1993, in un periodo di forte espansione della Fiat nel settore automobilistico. L’obiettivo era quello di creare un polo specializzato nella produzione di motori diesel, destinati ai veicoli commerciali e alle autovetture del gruppo.
L’impianto è stato progettato per produrre una vasta gamma di motori su un’unica linea di produzione, grazie a un’architettura modulare. Questo approccio ha permesso la realizzazione di motori sia a benzina che diesel, con diverse configurazioni e cilindrate, ottimizzando i costi di progettazione e produzione.
Sfruttando la produzione modulare, su una medesima linea possono essere realizzati 8 basamenti differenti accoppiabili a loro volta a 8 diversi alberi motore (5 in acciaio e 3 in ghisa), 15 alberi di distribuzione, 9 teste cilindri, 6 bielle, 5 volani e 10 collettori di aspirazione, per un totale di 90 differenti motori.
In fase di progetto è stato previsto che il numero di guasti nel primo anno di uso dell’auto doveva essere del 75% inferiore alla media dei motori in produzione a Mirafiori in quel momento. La realizzazione dello stabilimento ha previsto uno sviluppo su due differenti livelli. Nel piano inferiore vengono realizzati gli alberi motore, le teste cilindri, il basamento, la biella e gli alberi di distribuzione, mentre nel piano superiore viene effettuato il montaggio.
A partire dagli anni 2000, lo stabilimento assume un ruolo chiave nella strategia produttiva di Fiat, grazie all’introduzione dei motori multijet. Questi motori sono considerati tra i più innovativi del settore, migliorando significativamente le prestazioni e riducendo i consumi rispetto ai diesel tradizionali.
Il Multijet è un sistema di alimentazione per motori a gasolio, progettato e sviluppato nel 1999 dal Gruppo Fiat Alfa Romeo e successivamente prodotto dalla divisione Fiat Powertrain Technologies. La prima applicazione mondiale avviene nel 2002 sulla Alfa Romeo 156 1.9 M-JET 16V. Questo sistema rappresenta l’iniezione common rail di seconda e terza generazione e viene utilizzato da numerose case automobilistiche.
Il più piccolo Multijet in produzione è un 1,3 litri, mentre il più grande è un 3 litri destinato ai veicoli commerciali e alle auto di fascia alta. I motori Multijet vengono identificati anche dalle sigle M-JET, JTDm, DDiS (Suzuki), TiD (Saab), CDTI (Opel) e Quadrajet (Tata) a seconda dei modelli di autovetture e di marchi.

Lo stabilimento in questi anni cresce rapidamente, arrivando a impiegare circa 1.800 operai e diventando uno dei principali produttori di motori diesel in Europa.
Con la fusione tra Fiat e Chrysler e la successiva nascita di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) nel 2014, lo stabilimento di Pratola Serra entra in una nuova fase della sua storia. L’industria automobilistica si sta orientando verso motori più piccoli ed efficienti e a basse emissioni, portando alla progressiva introduzione di nuove generazioni di diesel.
Durante questo periodo, lo stabilimento si specializza nella produzione di motori di ultima generazione:
Nonostante la crescente domanda di motori diesel, emergono le prime difficoltà dovute alla transizione verso motori ibridi ed elettrici. Le normative europee sulle emissioni diventano sempre più stringenti e il diesel inizia a perdere quota di mercato a favore dei motori benzina elettrificati.

Famiglia B (4 cilindri in linea):
Famiglia C (5 cilindri in linea):
Motori Diesel Multijet:
Oltre a Termoli e Pratola Serra, sul territorio italiano è presente anche la Sofim di Foggia. Si tratta di un sito produttivo situato a Borgo Incoronata, nel comune di Foggia, ed è il più grande stabilimento di motori di Fiat Powertrain Technologies.
Lo stabilimento nasce come Sofim (società franco-italiana di motori): un’impresa di motori diesel fondata in joint venture da Fiat, Saviem (Renault) e Alfa Romeo il 13 settembre 1974 e acquistata da Iveco nel 1981.
Con l’omologazione Euro 7, il gruppo Stellantis decide di trasferire nel proprio stabilimento di Pratola Serra la produzione dei motori destinati alla famiglia Ducato prodotta nello Stabilimento di Val Di Sangro. Questa decisione libera molto spazio nello stabilimento foggiano; nel 2018 l’azienda torinese decide di trasferire l’F5 destinato a motori agricoli a Foggia investendo nuovamente nel sito produttivo.
Il 18 aprile 2023 viene inaugurata la nuova area nello stabilimento di Foggia per l’assemblaggio di pullman e bus.
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