
Stellantis ha annunciato che le nuove politiche tariffarie statunitensi avranno un impatto negativo di circa 1,5 miliardi di euro sui conti del 2025. La previsione si basa sui dazi in vigore dal 29 luglio, che colpiscono in particolare i veicoli importati da Messico e Canada, dove il gruppo produce oltre il 40% delle auto destinate al mercato americano.
Il Gruppo ha confermato che 300 milioni di euro di questa somma sono già stati contabilizzati nel primo semestre 2025. Per effetto di queste misure, Stellantis prevede che il margine operativo della seconda metà dell’anno si collocherà tra l’1 e il 3%.
I dati semestrali, che Stellantis ha deciso di anticipare per “tranquillizzare” gli stakeholder, evidenziano un calo del 13% nei ricavi, scesi a 74,3 miliardi di euro, con un rosso netto di 2,3 miliardi e un margine operativo rettificato ridotto allo 0,7%. Significativo il sorpasso dell’Europa sul Nord America in termini di fatturato: 28 miliardi contro 29,2 miliardi di euro.
Tra le cause principali, Stellantis cita anche il cambio sfavorevole, l’aumento della concorrenza cinese e il rischio di sanzioni legate alle normative UE sulle emissioni di CO₂.
Antonio Filosa, nominato Ceo a maggio dopo l’uscita di Carlos Tavares, ha dichiarato: “Il nuovo team dirigenziale continuerà a prendere decisioni difficili ma necessarie per ristabilire una crescita redditizia e risultati significativamente migliori.” L’obiettivo è riconquistare quota di mercato negli Stati Uniti, aggiornando la gamma e rilanciando l’immagine del Gruppo.
Il colpo più duro, inutile negarlo, arriva dalla politica commerciale americana. Nonostante l’accordo siglato con l’Unione Europea domenica scorsa (leggi qui), Stellantis resta esposta a tariffe ben più elevate. Al dazio del 25% imposto sulle importazioni da Messico e Canada, si somma la tariffa base del 2,5%. Oltre il 40% dei 1,2 milioni di veicoli venduti nel 2024 negli Stati Uniti sono stati importati da questi due Paesi.
Secondo gli analisti, la comunicazione finanziaria è “vaga”. Jefferies lamenta una guidance poco dettagliata e Bernstein che parla di una “mancanza di precisione che ha penalizzato il titolo”. Stellantis ha infatti ceduto fino al 4,8% in apertura di Borsa a Milano, chiudendo in calo del 2,3%.
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