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SRT torna a ruggire: tra nostalgia, innovazione e voglia di stupire

di Redazione - 04/07/2025

Dodge Durango SRT Hellcat

Testo di Fabio Madaro

Il fascino ruvido dei V8, il rombo che scuote l’aria, l’adrenalina che corre lungo la schiena: tre lettere – SRT – che per milioni di appassionati significano libertà, strada e pista. Nei giorni scorsi Stellantis ha ufficializzato il ritorno in grande stile di Street & Racing Technology, il marchio nato per trasformare l’idea di performance in qualcosa di tangibile, rumoroso, emozionante. E purtroppo chiuso nel 2021…

Un annuncio che sa di sfida, soprattutto in un’epoca dominata da sostenibilità, silenzio ed elettrificazione. Ma proprio per questo diventa ancora più affascinante: Stellantis vuole dimostrare che anche il futuro dell’auto può (e deve) avere un cuore che batte forte. A capo della struttura c’è l’attuale Ceo della Ram, Tim Kuniskis che ha promesso che i futuri veicoli SRT avranno “prestazioni mai viste prima”.

Una storia fatta di cavalli e leggende

Le origini di SRT risalgono alla fine degli anni ‘80, quando Chrysler diede vita a un team dedicato a spremere ogni cavallo possibile dalle sue auto più iconiche, come nel caso della Dodge Viper. Da lì nacque appunto il brand SRT (Street & Racing Technology), che nel 2002 divenne un marchio vero e proprio. Una sigla che ha fatto tremare l’asfalto americano con modelli come la Dodge Viper SRT-10, capace di oltre 500 cavalli, e con le Challenger e Charger Hellcat, che hanno riscritto le regole della potenza su strada superando quota 700 cavalli.

Anche Jeep ha beneficiato del tocco SRT, con Suv dalle prestazioni mozzafiato come il Grand Cherokee SRT e la folle versione Trackhawk da oltre 700 cavalli. Auto che univano comfort da viaggio e rabbia da vendere, in un mix che solo gli americani sanno creare.

Il ritorno: non solo nostalgia

La decisione di riportare SRT sotto i riflettori non è comunque un’operazione di pura nostalgia. Stellantis punta a costruire attorno a SRT una nuova generazione di modelli sportivi, pensati per il mercato nordamericano e non solo. E una delle sfide più interessanti riguarda l’ibridazione e l’elettrico: voci insistenti parlano di SRT plug-in e perfino full electric, pronte a dimostrare che la velocità e il divertimento non hanno bisogno per forza di benzina per far battere il cuore.

Un passo coraggioso che vuole mettere insieme passato e futuro: perché il DNA SRT non è solo muscoli e pistoni, ma anche sviluppo di telai, aerodinamica e soluzioni nate dalle corse. L’obiettivo? Regalare sensazioni di guida vere, quelle che ancora oggi fanno la differenza tra un’auto veloce e un’auto che emoziona.

Spirito racing

Ma non basta: Stellantis guarda anche oltre le strade. Tra le indiscrezioni più insistenti c’è infatti l’idea di riportare SRT ufficialmente nel motorsport americano e tra queste attività figurano il ritorno alle gare di accelerazione NHRA e la partecipazione con il marchio Ram alla Nascar Truck Series nel 2026. Un ritorno alle origini che chiuderebbe il cerchio, portando la sigla “Street & Racing Technology” di nuovo a correre, dove tutto è cominciato.

Un sogno che molti appassionati aspettano da tempo e che riporterebbe SRT a essere non solo un logo sul cofano, ma anche un protagonista nelle sfide che contano. E così SRT si prepara a tornare a fare ciò che ha sempre fatto meglio: trasformare oggetti di metallo e meccanica in emozione pura. E far capire che, sotto la pelle – che sia d’acciaio, carbonio o che il tutto sia spinto da batterie – la vera auto sportiva resta sempre, prima di tutto, una questione di cuore.

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