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Dalla Russia la Citroen C5 Aircross non autorizzata

di Redazione - 03/05/2024

Testo di Mattia Eccheli

Prime consegne in maggio. Sono quelle delle “nuove” declinazioni russe e non autorizzate della Citroen C5 Aircross. La produzione del modello del Doppio Chevron è stata riesumata dalla Automotive Techonologies, che ne aveva ufficializzato l’avvio alla fine dello scorso marzo dopo che Stellantis aveva confermato di aver “perso il controllo” delle proprie proprietà alla fine del 2023. La multinazionale nata dalla fusione tra FCA e PSA aveva già cessato di fabbricare auto nel paese nell’aprile del 2022 in seguito all’entrata in vigore delle sanzioni scattate con l’invasione dell’Ucraina disposta da Putin.

Auto assemblate con lotti della Dongfeng, socia di Stellantis

Citando fonti che avevano chiesto di restare anonime, l’agenzia Reuters aveva anticipato già in febbraio le intenzioni della Automotive Technologies, spiegando che l’assemblaggio delle Citroen sarebbe avvenuto attraverso l’importazione di pezzi dalla Cina. La società avrebbe fatto arrivare almeno 42 lotti dalla Repubblica Popolare, una delle nazioni che non ha applicato restrizioni commerciali nei confronti della Russia.

Secondo la Reuters la componentistica sarebbe stata prodotta dalla Donfeng Motor, che è azionista di Stellantis e con la quale ha un accordo di collaborazione. La joint venture prevede che la Dongfeng possa fabbricare e commercializzare veicoli del gruppo Stellantis in Cina. Sempre stando alle ricostruzioni dell’agenzia non esistono prove che il gruppo italo francese sia stato a conoscenza o abbia autorizzato simili esportazioni verso la Russia.

Export di veicoli dalla Cina per 10 miliardi di dollari nel 2023

Il sito di Kaluga, circa 200 chilometri a sud ovest di Mosca, era al 70% controllato da Stellantis e per il restante 30% da Mitsubishi. Fino a prima dell’invasione aveva una capacità produttiva annua di 125.000 veicoli. Dalle sue linee uscivano modelli non solo Citroen, ma anche Peugeot, Opel e, appunto, Mitsubishi.

Per la chiusura forzata delle operazioni russe Stellantis aveva messo a bilancio perdite per 144 milioni di euro. Le sanzioni occidentali hanno spinto la Russia verso la Cina, rispetto alla quale risulta sempre più “dipendente”. Nel 2023 le esportazioni di auto dalla Repubblica Popolare sono state 7 volte quelle contabilizzate l’anno precedente. In valori assoluti la crescita è stata di 10 miliardi di dollari.

 

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