
È entrato in vigore un nuovo decreto legge che sanziona più severamente chi getta rifiuti dall’auto. Il provvedimento, nato per contrastare comportamenti incivili e dannosi per l’ambiente, prevede sanzioni che vanno dalla multa alla reclusione.
La novità principale riguarda l’accertamento: non sarà più necessario sorprendere il trasgressore in flagranza. Saranno sufficienti le immagini delle telecamere di sorveglianza, pubbliche o private, purché la targa sia ben leggibile. Un cambiamento che, secondo il Ministero dell’Interno, colma un vuoto normativo che finora permetteva a molti di farla franca.
Il decreto prevede sanzioni graduate in base alla gravità del gesto. Gettare un mozzicone o un fazzoletto può costare fino a 1.188 euro, mentre per oggetti più voluminosi o potenzialmente pericolosi — come bottiglie, lattine o sacchetti di plastica — la multa può arrivare a 18 mila euro, con segnalazione alla Procura. Nelle aree protette, nei pressi di corsi d’acqua o in zone già contaminate, scatta l’arresto entro 48 ore e una pena detentiva da sei mesi a cinque anni e mezzo, estendibile a sette nei casi più gravi.
Le violazioni di tipo penale comportano anche la sospensione della patente da uno a sei mesi, e nei casi di mezzi usati per smaltimento illecito, la confisca del veicolo, salvo appartenga a un terzo estraneo. Particolare attenzione è rivolta alle imprese: per i rifiuti pericolosi la reclusione va da uno a cinque anni, fino a sei con aggravanti, mentre titolari e responsabili rischiano arresti fino a due anni o multe fino a 27 mila euro per omessa vigilanza.
Oltre alla stretta punitiva, il governo ha stanziato 15 milioni di euro per le attività di bonifica nelle aree maggiormente colpite, a conferma di un approccio che unisce repressione e intervento sul territorio. In questo modo, il lancio di un sacco dell’immondizia o di un mozzicone dal finestrino non sarà più un gesto di impunità, ma un reato certo e perseguibile, con conseguenze severe sia per i privati che per le aziende.
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