
Stellantis ha annunciato il rinvio della presentazione del suo nuovo piano strategico. Inizialmente atteso per il primo trimestre del 2026, ora il piano è stato posticipato al secondo trimestre dello stesso anno. Una scelta motivata dalla necessità, per il Ceo Antonio Filosa, di disporre di maggior tempo per affrontare le complesse incertezze che gravano su alcuni mercati chiave del gruppo.
Secondo la Reuters, durante la conference call con gli analisti, Ed Ditmire, responsabile globale IR di Stellantis, ha parlato apertamente di fattori esogeni critici che stanno influenzando la pianificazione. Tra di essi, i dazi commerciali USA e l’evoluzione normativa sulle emissioni zero in Europa. Filosa, in carica da giugno, sta già intervenendo sui vertici del gruppo con una serie di riorganizzazioni interne e ha dichiarato che lo scenario sui dazi americani «non è ancora definito». Tuttavia, i costi si fanno sentire: nel 2025 potrebbero pesare per 1,5 miliardi di euro, secondo le stime del Ceo.

Il dato più significativo? Oltre il 40% delle vendite USA di Stellantis nel 2024 erano legate a veicoli importati, in particolare da Messico e Canada, ora soggetti a dazi del 25% imposti da Washington.
In Europa l’attenzione si concentra sulla revisione della normativa UE per le emissioni “zero” al 2035, attesa entro fine anno. Nel frattempo, Stellantis si prepara a rilanciare l’offerta con nuovi modelli per riguadagnare quote dopo un 2024 deludente. Il gruppo promette aggiornamenti tempestivi sulle tempistiche definitive del piano. Anche l’Italia attende di conoscere il destino delle sue fabbriche, che producono a singhiozzi con continui stop.
Dopo la call, il titolo ha chiuso in calo del 7,3%, nonostante una mattinata positiva grazie ai buoni dati preliminari del Q3. Lunedì, le azioni hanno però mostrato un primo rimbalzo (+2,9%).
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