Articolo di Maurizio Bertera
Da ieri, la Redazione de L’Automobile può vantarsi di ‘abitare’ sopra uno dei 341 ristoranti stellati in Italia. Olio, la parte gourmet di Spazio The Box a Origgio, ha ricevuto al Teatro Regio di Parma il primo ‘macaron’ della sua storia: era entrato nella Guida Michelin Italia nell’edizione 2024, ha mantenuto il posto in quella 2025 e conquistato il riconoscimento al Teatro Regio di Parma.
«Quando è nato Olio nel 2020, insieme all’intero progetto di Spazio The Box, l’obiettivo era creare un luogo dove la passione per il bello e per il buono potessero convivere: arte, design, motori e cucina come espressioni diverse della stessa ricerca di armonia – spiega Luigi Milini, fondatore e titolare di Olio, Olio fishbar (lo spazio più informale nel cuore di Saronno) e Spazio The Box – questo riconoscimento è il frutto di una visione condivisa, resa possibile dal talento di Andrea Marinelli e dal lavoro quotidiano di un team che crede nella qualità autentica, quella che nasce dal fare bene ogni singola cosa».
La motivazione degli ispettori Michelin rende onore al lavoro del team. Eccola: «All’interno di The Box, uno spazio polifunzionale con auto d’epoca e opere d’arte contemporanea circondato da un giardino con splendidi ulivi, è qui che troverete anche il ristorante (servizio bistrot a pranzo) e soprattutto un’ottima cucina di mare con piccola carta dedicata ad ostriche e caviale.
Ricette gustose e di sostanza sorrette da una rimarchevole materia prima, basi tradizionali con la creatività per quel che serve, il giusto, senza strafare. Tanti i piatti da ricordare, in particolare i primi, fra cui uno strepitoso riso con pesto di basilico, crudo e cotto di frutti di mare, estratto di pomodoro datterino». In effetti, l’assegnazione della stella Michelin arriva a poco più di cinque anni dall’apertura del posto, confermando la solidità e la coerenza di un percorso.
L’unicità di Olio è rappresentata da un ambiente dove le vetture d’epoca della collezione Milini sono protagoniste dell’arredo. In Italia è quasi normale che nei luoghi stellati o comunque prestigiosi ci siano opere d’arte ma godere di un risotto o assaggiare un drink a pochi metri da una Lancia Flavia degli Anni ‘60 o da una Jaguar XK degli Anni 50 è incredibile. E, su prenotazione, si può visitare la collezione al piano superiore.
Peraltro, a Olio non mancano espressioni artistiche di livello: ci sono quadri e dipinti a tema automobilistico (anche di Francesco Salvi, attore comico e pittore) come sculture piccole e monumentali. La carta del ristorante è impostata sul fronte ittico, con preparazioni molto leggibili e godibili, che nascono da una bella scelta di molluschi, crostacei e pesci. Tante le proposte di crudo e nessun riferimento automobilistico o motociclistico nei nomi dei piatti, a differenza di quelli dei cocktail della casa che si chiamano Astura, Elise, F40, Fraschini, Jolly Ghia.
Accanto allo chef lavora una brigata solida e coesa, con professionisti che hanno contribuito alla crescita del ristorante fin dai primi mesi di apertura. Tra questi, i sous chef Alessandro Rigamonti e Nicolò Sironi, il maître Giovanni Di Luggo e la sommelier Ilaria Bignotti, punti di riferimento rispettivamente in cucina e in sala. Marinelli («Questa stella non è un punto di arrivo, semmai un nuovo punto di partenza» ha detto a Parma) può servirsi dei prodotti delle grandi serre che ospitano piante aromatiche e spezie.
A fianco c’è un rigoglioso orto in stile medievale: un labirinto di vasche di pietra rialzate coltivate con ortaggi e frutti di stagione. Non bastasse, ci sono gli olivi – di provenienza pugliese – che danno modo di realizzare una piccola produzione fatta in casa. E’ il caso di fare tanti complimenti al team di Olio, anzi chapeau come direbbero i francesi che hanno inventato la guida Michelin. Lo facciamo in particolare a Luigi Milini. «Abbiamo una fissazione per la qualità, a partire dai piatti: mi piace dire che siamo il primo ristorante “stellauto”, forse superiore a uno stellato» ci disse nel giugno 2024, in un’intervista. Ci ha preso. 
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