Il mercato automobilistico globale sta vivendo una delicata fase di transizione. Il passaggio da una tecnologia ampiamente conosciuta come quella del motore termico, a quella dell’elettrico, che porta con sé una serie di incognite, non può e non poteva essere lineare. E i dati del mercato ci dicono esattamente questo: il classico motore endotermico per come lo conosciamo sta scomparendo in favore di ibrido ed elettrico. Tuttavia, l’ultimo lavoro di ricerca effettuato dalla società di consulenza EY e basato sulle future intenzioni dei consumatori, smentisce, almeno in parte, l’attuale mercato.
Si tratta dell’EY Mobility Consumer Index (MCI), un sondaggio globale condotto su vasta scala, progettato specificamente per monitorare il “sentiment” e le intenzioni d’acquisto nei principali mercati automobilistici mondiali, con focus specifici su Americhe, Europa e Asia-Pacifico. Questa metodologia va quindi a intercettare la volontà futura del consumatore.
Lo studio indaga le intenzioni di acquisto per i prossimi 24 mesi, permettendo di anticipare i trend di mercato e di quantificare l’impatto psicologico che fattori come la geopolitica e i costi stanno avendo sulle decisioni finali delle famiglie.
Cosa ci dice lo studio di EY? Secondo le risultanze della ricerca (leggi QUI), dopo anni di spinta verso l’elettrificazione, i consumatori stanno tornando a guardare con favore ai motori a combustione interna (ICE). Le evidenze dell’ultimo EY Mobility Consumer Index dicono che l’entusiasmo per la transizione elettrica si è raffreddato bruscamente, lasciando spazio a un pragmatismo dettato da incertezze economiche e limitazioni infrastrutturali.

Questa virata nelle preferenze dei consumatori riflette un mutamento profondo nello scenario geopolitico e normativo. Negli Stati Uniti, le proposte di revisione degli standard sui consumi avanzate da Donald Trump (leggi QUI) segnalano un potenziale rallentamento della spinta green, mentre in Europa si fa strada l’ipotesi di un ammorbidimento del bando ai motori termici previsto per il 2035 (leggi QUI). Questo clima di incertezza, unito a tensioni commerciali e dazi sui veicoli cinesi, ha spinto molti potenziali acquirenti di auto elettriche (circa il 36%) a rimandare o riconsiderare l’investimento.
La resistenza verso l’auto elettrica rimane in parte radicata all’ansia da autonomia, alla scarsità di colonnine di ricarica e ai timori legati ai costi di sostituzione delle batterie. Problemi che, tuttavia, almeno in parte, potrebbero essere risolta con una corretta informazione e formazione del consumatore.
Secondo lo studio, anche chi era propenso all’acquisto si scontra con la realtà di un’infrastruttura di ricarica ancora percepita come insufficiente e con prezzi d’acquisto elevati.
Stando all’ultimi dati di mercato in Europa, le auto ibride elettriche (HEV) sono la scelta più popolare tra gli automobilisti dell’UE, con una quota di mercato del 34,6%. Le HEV hanno raggiunto quota 3.109.362 unità, sostenute da ottime performance nei mercati principali: Spagna (+27,1%), Francia (+26,3%), Germania (+10,3%) e Italia (+8,9%).
Vanno molto bene anche gli ibridi plug-in (PHEV), che continuano a guadagnare terreno e rappresentano ora il 9,1% delle nuove immatricolazioni, contro il 7% del 2024. Il segmento ha totalizzato 819.201 unità nei primi dieci mesi dell’anno, trainato dai forti aumenti in Spagna (+109,6%), Italia (+76,5%) e Germania (+63,4%).
La quota di mercato delle auto elettriche a batteria (BEV) ha raggiunto il 16,4% nei primi dieci mesi del 2025, in aumento rispetto al 13,2% dello stesso periodo del 2024, ma ancora distante dal ritmo necessario per centrare gli obiettivi della transizione energetica. Da gennaio a ottobre 2025 sono state immatricolate 1.473.447 BEV nell’UE.

La risposta dell’industria a questi segnali è un allontanamento dalla strategia “E-only” (solo elettrico) verso un futuro più diversificato. Mentre i produttori occidentali cercano di proteggere i propri mercati e prolungare la vita dei motori termici per finanziare la transizione, la Cina si muove su un binario parallelo: i consumatori cinesi, pur comprando più elettrico, sono meno focalizzati sul tipo di motore e molto più interessati all’integrazione digitale e allo stile di vita connesso che l’auto può offrire.
Il risultato globale è un mercato che non corre più all’unisono verso una singola tecnologia, ma che si adatta a velocità diverse, lasciando convivere motori tradizionali, ibridi ed elettrici in base alle reali esigenze dei clienti e alle specificità regionali.
L’auto elettrica è una tecnologia apprezzata soprattutto nel Paesi del Nord Europa (i quattro principali mercati, che rappresentano il 62% del totale, sono Germania, Belgio, Paesi Bassi e Francia), dove le condizioni economiche e infrastrutturali ne favoriscono la diffusione. Quindi, la transizione va (andrebbe) accompagnata anche da scelte politiche lungimiranti e a lungo termine.
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