
La transizione verso un futuro a zero emissioni nel settore dei trasporti è una sfida complessa che richiede un approccio strategico e lungimirante. Due approcci si contendono la scena: la neutralità tecnologica e la pluralità tecnologica.
La neutralità tecnologica si basa sul principio di non favorire alcuna tecnologia specifica, lasciando al mercato la libertà di scegliere le soluzioni più competitive. Questo approccio, sebbene in linea teorica possa apparire equo e aperto all’innovazione, presenta dei limiti concreti in un contesto reale caratterizzato da risorse limitate e dall’urgenza di contrastare la crisi climatica.
Affidarsi unicamente alle dinamiche del mercato potrebbe rallentare la transizione verso un futuro a zero emissioni, con il rischio di disperdere investimenti in tecnologie non adatte o inefficaci per specifici settori. L’assenza di una chiara direzione politica potrebbe inoltre ostacolare una gestione efficace di una trasformazione così epocale, che coinvolge cittadini, industria e ambiente.
Ad esempio, nel caso dell’industria automobilistica europea, un approccio basato esclusivamente sulla neutralità tecnologica potrebbe non essere sufficiente per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e per garantire la competitività del settore.
La pluralità tecnologica, al contrario, si presenta come un approccio scientifico e razionale che riconosce la complessità dell’ecosistema dei trasporti. Questo approccio non si limita a promuovere un mix di tecnologie, ma si concentra sull’individuazione delle soluzioni più efficaci a seconda del contesto specifico, concentrando le risorse e gli investimenti in modo mirato.
In questo senso, la pluralità tecnologica si allinea con il concetto di “best fit”, ovvero l’idea che diverse tecnologie possano essere più adatte a specifici settori o applicazioni, come evidenziato in diverse fonti.
Ad esempio, l’elettrico si dimostra la soluzione più promettente per la mobilità su gomma, mentre e-fuel e biofuel potrebbero rappresentare valide alternative per settori “hard-to-abate”, come l’aviazione e il trasporto navale. La scelta delle tecnologie si basa su una valutazione scientifica che tiene conto dell’efficacia economica, sociale e ambientale, garantendo un utilizzo ottimale delle risorse disponibili e la competitività del settore industriale.
In definitiva, la pluralità tecnologica potrebbe rappresentare un approccio strategico che non si limita a una visione neutrale e passiva, ma si impegna a guidare la transizione verso un futuro sostenibile. Questo approccio implica la definizione di politiche industriali mirate e l’indirizzamento degli investimenti verso soluzioni concrete e sostenibili.
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