
Roma – Nel corso del Premier Question Time alla Camera dei Deputati, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio chiaro sulla direzione che il governo italiano intende imprimere alla politica industriale, in particolare al settore dell’automotive.
La Premier italiana ha annunciato che è già in corso un dialogo con il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz per individuare una linea comune a sostegno della base industriale europea. «Con l’avvio del mandato del cancelliere Merz, abbiamo già iniziato a confrontarci su come Italia e Germania, le due principali potenze manifatturiere d’Europa, possano insieme dare un contributo concreto al rilancio della nostra base industriale, in primis del settore dell’auto», ha dichiarato.
La premier ha sottolineato come la crescente instabilità dei mercati internazionali renda “fondamentale rimuovere i dazi interni che minano la competitività europea”, aggiungendo che è arrivato il momento di un cambio di rotta deciso, richiesto da imprese, lavoratori e cittadini.
Meloni ha poi puntato il dito contro le conseguenze del Green Deal portato avanti dall’ex commissario europeo Frans Timmermans. Ha denunciato una «spirale assurda» che ha spinto imprese europee a chiudere stabilimenti o ad acquistare “quote verdi” da competitor stranieri per evitare sanzioni ambientali: «È l’emblema del fallimento delle politiche dell’ex commissario Timmermans, un monumento alla desertificazione industriale di cui qualcuno dovrà rendere conto».
Un attacco che si lega alla recente sospensione delle multe per i produttori di veicoli – almeno per quanto riguarda quelli leggeri – grazie all’intervento italiano. Meloni ha precisato che, purtroppo, queste sospensioni non si applicano ancora ai mezzi pesanti.
Un passaggio chiave riguarda la volontà del governo di rivedere le regole europee sui veicoli leggeri già nella seconda metà del 2025. In tale sede, l’Italia, insieme alla Repubblica Ceca e ad altri 15 Paesi, si farà promotrice del principio di “neutralità tecnologica”, volto a riconoscere pari dignità a tutte le tecnologie in grado di contribuire alla decarbonizzazione del settore.
Meloni ha insistito: «Continuiamo a ritenere sbagliato, sul piano industriale ma anche sul piano geopolitico, perseguire unicamente la transizione verso l’elettrico, le cui filiere oggi sono in gran parte controllate dalla Cina». A supporto di questa visione, ha rivendicato l’inserimento del principio di neutralità tecnologica nelle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso marzo.
L’intervento del presidente del Consiglio delinea una strategia industriale che mira a sottrarsi alla dipendenza dalle filiere asiatiche e a contrastare la narrazione dominante che vede nell’elettrico l’unica via per un futuro sostenibile. La scommessa del governo è costruire un fronte europeo trasversale che rimetta al centro le specificità e le vocazioni industriali dei singoli Paesi.
Le parole di Meloni segnalano un’intenzione politica chiara: riportare l’industria automobilistica al centro dell’agenda europea non solo come motore economico, ma anche come simbolo di sovranità tecnologica. Un’operazione complessa che richiederà tempo, alleanze forti e una ridefinizione dei paradigmi che hanno guidato fino ad oggi la transizione ecologica dell’Unione.
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