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Spazio Futuro: la sociologia della mobilità che verrà

di Francesco Pelizzari - 16/04/2025

Il MAUTO, Museo dell’Automobile di Torino, ha presentato la sua ultima iniziativa: Spazio Futuro. Si tratta di uno spazio espositivo nuovo, tutto dedicato alla mobilità futura e futuribile. Alla presenza delle istituzioni torinesi e della Regione Piemonte (da poco impegnata anche con la nuova Vehicle Valley Piemonte), il presidente del MAUTO Benedetto Camerana ha presentato l’iniziativa parlando di un “punto di arrivo del progetto avviato anni fa di rendere il Museo un punto di incontro per la cittadinanza.” Viviamo un momento di transizione, nel quale si sa che il futuro sarà diverso dall’oggi, ma ancora non sappiamo come. Il MAUTO, che grazie all’autofinanziamento in questi anni è cresciuto con numeri eccellenti (400.000 visitatori l’anno e budget da 1,5 a 8 milioni di euro), mette la sua esperienza ed i suoi spazi al servizio dell’indagine su un tema che avrà rilevante incidenza su molti aspetti anche fondamentali della vita quotidiana.

Cos’è Spazio Futuro?

È uno spazio espositivo, al secondo piano della sede del Museo, formato da quattro stanze (Osserva, Cammina, Esplora, Orienta) con installazioni e contenuti multimediali, che formano di fatto un osservatorio e un percorso di conoscenza, costantemente aggiornato, in un ambiente scenografico futuribile, altamente tecnologico, multimediale e interattivo. Schermi trasparenti touch dialogano con grandi dispositivi video permettendo di acquisire consapevolezza sul presente e sulle tendenze del futuro, sensibilizzando l’utente sui cambiamenti possibili in base alle scelte individuali. L’uso di un tag NFC inserito in una card permette ai visitatori di scambiare e ricevere informazioni che contribuiscono alla definizione di prompt che generano, grazie all’intelligenza artificiale, visualizzazioni di scenari probabili o possibili del futuro della mobilità.

Le 4 sale

Una descrizione sommaria delle 4 sale.

Osserva: il racconto di come l’uomo da sempre abbia sentito l’esigenza di immaginare il futuro e di come questa immaginazione sia stata spesso fondante per l’evoluzione, anche attraverso le arti.

Cammina: nella seconda sala il visitatore è chiamato a verificare il proprio livello di conoscenza e raccontare i propri comportamenti nell’ambito della mobilità. Le informazioni sono registrate sulla card NFC e alimenteranno l’installazione finale.

Esplora: nella terza sala è possibile esplorare quali sono gli argomenti di studio della ricerca scientifica, le innovazioni tecnologiche, le tendenze delle politiche istituzionali e dei comportamenti legati alla mobilità, attraverso video, dati e una serie di prototipi fisici. Un’installazione permette di scoprire qual è l’auto del futuro più vicina alle proprie esigenze.

Orienta: l’ultima sala è una bussola che permette di orientarsi nel cosmo degli scenari possibili dell’evoluzione della mobilità e osservare le visioni di mondi più o meno probabili, costruite con il contributo dell’intelligenza artificiale. Attraverso le informazioni personali registrate nella card NFC durante il percorso si potrà scoprire lo scenario più vicino alla propria sensibilità, alla conoscenza e ai propri comportamenti.

I partner

Se pensate che la materia sia degna di un’università, non siete lontano dal vero, infatti tra i partner dell’iniziativa c’è il Politecnico di Torino; che è soltanto uno dei tanti compagni di questa avventura. Tutti prestigiosi, in particolare quelli scientifici: Fondazione Links, Herbert Simon Society, MOST; senza dimenticare quelli tecnici, tra cui ENI che, tramite la sua nuova società Versalis dedita alla chimica ha realizzato il pavimento di Spazio Futuro: si chiama Kayar Gaia ed è prodotto con una gomma in polimeri derivati da biomasse.

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