
Il recente caso dell’incendio all’interno della concessionaria Tesla ha riaperto il dibattitto circa la pericolosità delle auto elettriche. Secondo i detrattori delle vetture a corrente quest’ultime sarebbe soggette a frequenti incendi, molto di più rispetto a quelli che coinvolgono le auto termiche. Ma è effettivamente così? Proviamo a fare chiarezza.
Partiamo dal presupposto che il caso avvenuto all’interno della concessionaria della Tesla, che ha coinvolto 17 vetture, potrebbe anche essere doloso (sono in corso delle indagini). Di certo, non è il primo rogo dove sono state coinvolte le auto a corrente. Chiaramente sono episodi e circostanze diverse, che devono essere valutati di caso in caso. L’elemento che tuttavia li accumuna è l’elevata difficoltà nello spegnimento dell’incendio.

Lo scorso agosto 2024 l’incendio di una Mercedes Eqe a Incheon, in Corea del Sud, ha portato alla distruzione di 70 veicoli ospitati nello stesso parcheggio sotterraneo. Questo episodio non è passato inosservato e ha dato il via a una riflessione seria sulla sicurezza delle batterie agli ioni di litio che equipaggiano le vetture elettriche e i mezzi di micromobilità urbana (monopattini e biciclette elettriche). Il risultato concreto di questa riflessione è stato l’obbligo negli USA del possesso di una “carta di identità” contente tutte le informazioni circa gli accumulatori utilizzati sugli EV.
Sono diversi i motivi che portano una batteria a incendiarsi: il sovraccarico, il surriscaldamento, l’esposizione ad alte temperature, il tasso di scaricamento troppo elevato, un corto circuito, un danno fisico al pacco batteria che contiene le celle, causato da un impatto o una foratura.
Nel caso limite di estrema sovratemperatura il rischio più temuto è quello di raggiungere la cosiddetta deriva termica (Thermal runaway), ovvero quel punto di non-ritorno (generalmente oltre i 100/120°C) dove si rischia l’attivazione di una catena di eventi autoesaltanti che possono portare al limite all’incendio della batteria e al suo scoppio.
L’elettrolita è molto instabile alle alte temperature; ciò porta a reazioni indesiderate di generazione di prodotti gassosi in reazioni esotermiche che contribuiscono ad aumentare la temperatura della batteria.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, un powertrain elettrico ha diverse componenti che dissipano potenza termica, quali il circuito elettrico di potenza (busbar e connessioni elettriche, solo in minor parte i motori elettrici), caricabatterie, eventuali DC/DC e la batteria.

Il Prof. Claudio Rabissi, ricercatore presso il dipartimento energia del Politecnico di Milano, spiega che il rischio di surriscaldamento della batteria viene prevenuto prima e gestito poi da sistemi di protezione a vari livelli.
Il primo livello, nonché quello più importante, è costituito dal Bms (battery management system), il quale controlla il sistema di raffreddamento (può essere ad aria o a liquido), evitando scariche o cariche a correnti eccessive tali da generare surriscaldamento, o che portino l’accumulatore a venire caricato o scaricato oltre i limiti consentiti di tensione.
Le aziende automobilistiche che producono auto elettriche investono molto nella progettazione del BMS, che è sempre più sofisticato e preciso.
In assenza di una procedura standard di spegnimento di incendio dove sono coinvolte le auto elettriche, lo spegnimento delle fiamme non è un’operazione banale. Lo scenario di partenza è questo: una batteria di una comune auto elettrica contiene tutto ciò che serve a una combustione.
L’elemento principale è chiaramente il litio, che è estremamente reattivo, poi ci sono gli elettrodi positivi che contengono ossigeno in diverse forme. Una volta avviata la combustione il metodo migliore per procedere è quella di confinarla e rallentarla raffreddandola utilizzando grandi quantità di acqua. L’alternativa è quella di utilizzare prodotti a base di Avd (dispersione acquosa di vermiculite) che ha proprietà estinguenti ed ignifughe vantaggiose.
Oggi non è ancora presente una procedura standardizzata che deve essere seguita per spegnere un’auto elettriche in fiamme.
Attualmente sono stati compiuti grandi passi in avanti sulla chimica delle batterie, che diventeranno ancora più sicure con la diffusione degli accumulatori allo stato solido (l’elettrolita allo stato liquido è sostituito da uno allo stato solido). Senza dimenticare che gli accumulatori con chimica Lfp (litio-ferro-fosfato), sono più stabili.
Quindi, le auto elettriche moderne sono molto sicure. Sicuramente meno soggette a incendi spontanei rispetto a quelle con motore a combustione interna.
Non ci si deve dimenticare che ogni auto con motore a scoppio porta con sé una quantità di combustibile liquido corrispondente a energie superiori rispetto a quelle immagazzinate nelle batterie al litio. Certamente, in caso di incidente deve essere tenuta in considerazione la maggiore massa di un veicolo a corrente rispetto a quello a combustione.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....