
“Da oggi sono un designer a tutti gli effetti” dice Flavio Manzoni con una battuta. Proprio così perché Manzoni, nato a Nuoro il 7 gennaio 1965, già in giovanissima età abilissimo nel disegno a mano libera di modellini di auto e molto altro (i suoi incantevoli cavalli tratteggiati a matita un giorno varranno una fortuna), si è laureato a Firenze nel 1993 nella disciplina di cui sopra, seppur con una tesi conseguita con il luminare Roberto Segoni e con l’attuale presidente di AC Firenze professor Massimo Ruffilli proprio in car design. Un lavoro che gli spalancò successivamente le porte del Centro Stile Lancia, per i primi passi concreti nel mondo dell’automobile.
Oggi proprio l’ateneo che gli ha rilasciato il titolo accademico di architetto 31 anni fa, ha voluto porre rimedio a questo “difetto semantico” attribuendogli la laurea honoris causa in design. Prima di lui a beneficare dello stesso tributo Charles-Édouard Jeanneret-Gris, noto ai più come Le Corbusier – superato nel talento, si dirà in Aula Magna – e l’ingegner Giotto Bizzarrini.

“Un omaggio alla sua competenza in materia di stile e alla sua tenacia” ha dichiarato la chiarissima rettrice della centenaria Università di Firenze Alessandra Petrucci alla consegna del diploma. “Un meritato tributo per un curriculum di eccellenza per colui che definisce gli archetipi del car design”, ancora in un intervento che tratteggia il profilo dell’uomo che ha saputo reinventare lo stile delle Ferrari, traghettando il marchio nella sua fase storica più illuminata e di successo.
Nella sua lectio magistralis Manzoni ha citato tutte le sue fonti di ispirazione, gli incontri che gli hanno cambiato la vita e gli spunti che l’hanno reso il professionista ineguagliabile che è oggi. Da suo padre Giacomo Manzoni “Ho imparato a seguire il suo modo di amare le arti” a Syd Mead, Keith Jarreett nella musica (Manzoni è anche un eccellente pianista).
E poi in ordine sparso gli altri che hanno contribuito alla sua formazione umana e professionale, Iannis Xenakis, Oscar Niemeyer, Adolfo Natalini, Kevin Lynch, Gillo Dorfles, Giovanni Klaus Koenig e ancora Zanussi, Munari, Castiglioni. Un viaggio unico e straordinario che ha saputo arricchire l’uomo Manzoni capace di assorbire come una spugna il meglio di ognuno di loro e tradurlo in una capacità espressiva straordinaria.
Nella seconda parte della sua presentazione l’architetto designer ha fatto una carrellata dei lavori compiuti per Ferrari in questi 14 anni – oltre settanta – a partire dalla Ferrari F12 Berlinetta per chiudere con la Purosangue, la nuovissima 12Cilindri e la Vision GT che proietta lo stile del Cavallino nel futuro, dove viaggia costantemente la mente illuminata di Manzoni. Un brindisi con foto opportunity su una SP3 Daytona ha chiuso la mattinata. Perché alla fine tutti trasecolano di fronte alla bellezza delle Rosse di Maranello.
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