Lancia si prepara per una nuova fase della sua storia, con una strategia che mira a consolidarne la presenza nel mercato automobilistico europeo. Dopo il lancio della Ypsilon, l’attenzione si concentra su due modelli chiave: l’ammiraglia Gamma e la nuova Delta.
La Lancia Gamma, il cui arrivo è previsto per il 2026, segna il ritorno del marchio nel segmento delle berline medio grandi. La produzione avverrà nello stabilimento di Melfi, utilizzando la piattaforma Stla Medium. La novità è che questo modello, contrariamente a quanto era stato annunciato in precedenza, sarà disponibile non solo in versione elettrica ma anche in quella ibrida. La Gamma avrà un design fastback, analogamente a quello della nuova DS N.8, prodotta sulle stesse catene di montaggio di Melfi, e sarà disponibile anche in versione HF a quattro ruote motrici che riprenderà la denominazione Integrale, tanto cara ai lancisti sportivi.
La nuova Lancia Delta, prevista inizialmente per la fine del 2028 ma che, secondo Napolitano, più verosimilmente arriverà all’inizio del 2029, avrà linee “muscolose e geometriche” ispirate alla concept Pu+Ra Hpe ma che omaggiano la Delta originale. La piattaforma su cui sarà costruita è ancora in fase di valutazione, con le opzioni principali che includono la STLA Medium (che però, secondo il Ceo, impone forse dimensioni un po’ troppo abbondanti) e la Stla Small. La decisione influenzerà la scelta dello stabilimento di produzione, con Melfi in lizza per la Medium e Pomigliano per la Small.
L’approccio ibrido, secondo Luca Napolitano, CEO di Lancia, non rappresenta un allontanamento dalla strategia “full electric” annunciata nel 2021, bensì un adeguamento alle dinamiche attuali del mercato. A questo proposito ha sottolineato che “non c’è niente di male a cambiare idea, perché bisogna essere tenaci, non testardi”. Questa scelta strategica, del resto, è stata presa per rispondere alle esigenze soprattutto del mercato italiano: attualmente l’80% della produzione Lancia viene venduta da noi e, comunque, l’obiettivo futuro è quello di portarla quota al 50% ripartendo il resto soprattutto tra Francia e Spagna, quindi è chiaro che per incrementare le vendite, con l’obiettivo addirittura di triplicarle, va tenuto conto soprattutto della richiesta interna che, per ora, fatica a metabolizzare l’idea dell’elettrico.
Nonostante l’attenzione su Gamma e Delta, Lancia non esclude l’introduzione di ulteriori modelli nel suo futuro. Il piano industriale di Stellantis arriva fino al 2030, lasciando spazio a possibili novità future. Tra le opzioni, si valuta una possibile Ypsilon di seconda generazione, basata sulla piattaforma STLA Small. E, a questo proposito, Luca Napolitano ammette che non lascerebbe mai i segmenti bassi e il B in particolare. Ma secondo il Ceo Lancia è in discussione anche un modello top di gamma posizionato al di sopra della Gamma. L’attuale Ypsilon – che, secondo Napolitano, ora attira la stessa clientela dei modelli di segmento B di Toyota, Audi, Mini e VW – cambierà poco nel mix futuro, però anche lei potrebbe avere una evoluzione ulteriore in ambito ibrido con una versione elettrificata della HF, fin qui già annunciata per il 2025 in configurazione solo elettrica.
Anche il piano di Lancia dimostra l’impegno di Stellantis nell’investire in Italia, dove è pianificata la produzione delle piattaforme STLA Small e Medium. E con l’eventuale ingresso in un segmento superiore a quello della Gamma entrerebbe in gioco anche lo stabilimento di Cassino, dove nasceranno le nuove Alfa Stelvio (2025) e Giulia (2026) basate sulla piattaforma Stla Large, predisposta per motori elettrici, ma anche termici ed elettrificati.
In sintesi, il futuro di Lancia si basa sull’introduzione di nuovi modelli, combinando tradizione e innovazione. E la strategia ibrida è una risposta alle attuali sfide del mercato, per garantire una maggiore presenza del marchio non solo in Italia ma anche in Europa
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