
Testo di Mattia Eccheli
Elettrica nuova, denominazione “vecchia”. “I nomi dei nostri modelli sono saldamente radicati nella testa delle persone e sono sinonimi di qualità, design senza tempo e tecnologia alla portata di tutti. Per questo motivo, li riprenderemo in futuro”, sintetizza Thomas Schäfer, Ceo del marchio Volkswagen alla vigilia dell‘IAA Mobility di Monaco di Baviera.

Il modello con la quale il colosso di Wolfsburg vara l’inedita strategia è la compatta da 405 cm di lunghezza anticipata come concept ID.2all. La versione di serie, che verrà esibita non camuffata nel maggio del prossimo anno, si chiamerà ID.Polo, il glorioso modello con il quale condivide le proporzioni. Per la prima volta, una Volkswagen sviluppata sull’architettura MEB+ sarà a trazione interiore a beneficio dello spazio per passeggeri, ma verosimilmente con qualche sacrificio sul fronte dei sistemi di assistenza. In ogni caso, la ID.Polo – che dovrebbe sancire l’addio al codice alfa numerico – dovrebbe costare meno di 25.000 euro, almeno nella sua declinazione d’accesso, che per restare sotto quella soglia di prezzo disporrà della batteria al litio ferro fosfato.

È previsto anche un secondo e più sofisticato accumulatore, così come a listino dovrebbero comparire tre livelli di potenza. Il quarto, quello esclusivo della GTI, dovrebbe raggiungere i 226 Cv. Almeno per ora, il costruttore non ha rivelato altri dettagli, anche se, a questo punto, è lecito supporre il ritorno di altre denominazione “classiche” e già apprezzate dai clienti di Volkswagen. Tanto per cominciare all’IAA verrà esibito il prototipo di un Suv compatto, l’ID.Cross, che dovrebbe essere la versione elettrica della T-Cross già in commercio.

L’attesa elettrica di accesso alla gamma VW anticipata in primavera come ID.Every1 con l’obiettivo di costare meno di 20.000 euro dovrebbe trasformarsi in ID.Up, anche se in passato il costruttore aveva già impiegato nomi come Fox e Lupo per le vetture più piccole. In futuro è lecito aspettarsi anche possibili ID.Tiguan, ID.Passat, ID.Golf e, i grandi sognatori, magari anche una ID.Beetle (il Maggiolino) o, molto più verosimilmente una ID.Bulli, visto che l’ipotesi di un cambio di denominazione del Buzz era già diventata di dominio pubblico.
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