
La Volvo XC70 torna sulla scena ma con un’identità completamente rinnovata. Non è più la classica station wagon rialzata che per anni ha solcato le strade del Nord Europa e degli Stati Uniti: il nuovo modello di lunghezza pari a 4,81 metri assume i contorni di un suv a tutti gli effetti, collocandosi a metà strada tra la XC60 e la XC90.

La Volvo XC70 fu presentata al Salone di Francoforte nel 1997 con il nome di V70 XC Cross Country. Era una station wagon con trazione integrale, assetto rialzato e protezioni in plastica grezza, pensata per affrontare anche fondi sconnessi senza rinunciare al comfort e allo spazio di una grande familiare. Arrivava dopo la Subaru Outback, la prima wagon rialzata a larga diffusione, e precedeva l’Audi Allroad, che portava questo segmento nel mondo premium (si poteva avere con il motore 4.2 litri V8 benzina e aveva di serie le sospensioni pneumatiche adattive ad aria).

Nel 2000 arrivò la seconda generazione e, con essa, anche il nome ufficiale XC70, che segnava l’ingresso nella famiglia XC destinata all’off-road leggero. Poco dopo nel 2003 la Casa svedese presentò anche il primo grande suv del marchio, la XC90 che andava a posizionarsi nel segmento delle fuoristrada premium come Bmw X5 e Mercedes ML. La gamma motori della seconda generazione si andava ad ampliare con l’arrivo del propulsore a gasolio, un 2,4 litri 5 cilindri con potenza da 163 o 185 cv.

Nel 2007 arriva la terza e ultima generazione della XC70. Cresce nelle dimensioni e affina ulteriormente il comfort di marcia, introducendo novità come il portellone elettrico, interni ancora più curati e sistemi di sicurezza all’avanguardia. Rimarrà in listino fino al 2016, anno in cui Volvo decide di interromperne la produzione. La sua eredita è raccolta dalla V90 Cross Country, uscita di produzione l’anno scorso, mentre la sigla XC ha continuato a identificare i suv della casa svedese.

La nuova XC70, svelata in anteprima attraverso i documenti del Ministero cinese dell’Industria e delle Tecnologie dell’Informazione (ricordiamo che dal 2010 Volvo è di proprietà del gruppo cinese Geely), ha uno stile che si ispira chiaramente ai più recenti modelli della gamma elettrica Volvo, come la EX90, con linee pulite, fari sottili a led e una silhouette più alta e imponente.

Uno degli elementi più distintivi del nuovo modello è il sistema di propulsione. La XC70 adotta un’architettura ibrida plug-in con range extender: un motore tre cilindri benzina 1.5 turbo che agisce principalmente come generatore per ricaricare la batteria, affiancato da due diverse opzioni di accumulatori, una da 21,2 kWh e una più capiente da 39,7 kWh. In base alla batteria scelta, l’autonomia in modalità completamente elettrica può raggiungere fino a 180 chilometri secondo il ciclo cinese CLTC, un valore che si tradurrà in circa 140‑150 chilometri nel ciclo WLTP europeo.

Il modello sarà inizialmente destinato al mercato cinese, con debutto previsto entro la fine del 2025. La piattaforma utilizzata è la nuova SMA (Scalable Modular Architecture), sviluppata con un occhio alla versatilità e alla sostenibilità. Volvo non ha ancora confermato ufficialmente l’arrivo del nuovo suv in Europa, ma l’interesse per modelli PHEV a lunga autonomia potrebbe favorire l’introduzione anche nei mercati occidentali.
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