
Testo di Maurizio Bertera
C’era una volta la Actyon: una delle punte di diamante di Ssangyong, che tra il 2006 e il 2018, espresse un concetto oggi sempre più diffuso quale la suv-coupé facendo avanguardia. Sette anni dopo, torna in pista, mantenendo solo la scelta della carrozzeria, e portando un nuovo brand: KGM che sulle ceneri della già citata Ssangyong sta costruendo una gamma su più modelli che non rinunciano ad alcuna motorizzazione. L’arma in più, oltre alle vetture più recenti come la Torres e quelle vicine al restyling, dovrebbe essere la sessantennale esperienza di Autotorino, che si occuperà dell’importazione e della distribuzione attraverso la nuova società ATFlow, con 35 filiali operative e altre in arrivo entro fine anno.

Premessa: Aycton condivide la meccanica con altri due suv della famiglia: la più piccola Korando e la Torres. Rispetto a quest’ultima, è più lunga di 4 cm (per un totale di 474 cm), più larga di 2 cm e più bassa di 4 cm. Il frontale imponente e la silhouette slanciata sono il risultato di un progetto originale pur richiamando alcune soluzioni già viste proprio sulla Torres e la Torres EVX, variante elettrica. Il posteriore, invece, rompe con la tradizione, puntando su forme più sportive e fari a sviluppo orizzontale. Molto evidenti i passaruota e ampio il montante posteriore del tetto, mentre il frontale ha le sottili luci diurne collegate da una striscia di led. Una curiosità: i sottili segmenti che la compongono sono ripresi dalla bandiera della Corea del Sud, la Nazione di KGM. Più sotto, i fari veri e propri e due ampie prese d’aria.
L’abitacolo della Actyon è costruito con cura, anche se manca di qualche tocco di personalità: la parte superiore della plancia è realizzata con plastiche morbide e ben assemblate e i comodi sedili sono rivestiti in pelle e riscaldabili (quelli anteriori sono anche ventilati). I due schermi di 12,3” sono collegati secondo la tendenza del momento: il cruscotto digitale è ben leggibile mentre il display “touch” concentra tante (forse troppe) funzioni al proprio interno. Particolare il volante piatto nella parte inferiore, con un numero sensibile di funzioni e che richiede un po’ di tempo per trovarsi a proprio agio. In compenso, lo spazio non manca, anche posteriormente. E il bagagliaio è davvero grande: perde 35 litri rispetto a quello della Torres, ma resta ampio e sfruttabile con una capacità variabile da 668 a 1568 litri. Di serie c’è il pratico portellone motorizzato.

Dentro il cofano c’è un 1.5 turbo benzina dalla potenza dichiarata di 170 cavalli, abbinato alla trazione anteriore o integrale. L’abbiamo provata in un breve test tra le colline a sud di Siena, pochissimo traffico e un mare di verde. Ma anche tante curve dove la Actyon ha mostrato una buona tenuta di strada, nonostante il baricentro alto e le dimensioni da segmento D. Lo sterzo è diretto, ma un po’ di precisione in più sarebbe gradita. Come la rigidezza delle sospensioni limita in parte il comfort sui fondi irregolari. Convince invece il turbo a benzina ai bassi regimi, meno in reattività quando si chiede potenza. Ma è evidente che la vocazione di Actyon sia quella da grande viaggiatrice, in piena affidabilità e sicurezza: qui ci siamo, a un prezzo competitivo. I consumi dichiarati sono di 11,8 km/litro e nel test, senza risparmiare gas, ci siamo avvicinati al dato.
KGM in Italia propone la Actyon in una sola versione full optional (a parte c’è solo la trazione integrale a 1.900 euro), con una promo speciale almeno sino a giugno: un prezzo da 37.500 euro invece di 41.750 o con rate da 249 euro/mese con 8.500 euro di anticipo. Tra i plus, la garanzia della Casa di 5 anni o 100.000 km. Presto si potrà avere anche in variante bifuel a Gpl, con un supplemento di 1.700 euro. Da segnalare, che come fatto per Torres, arriverà una variante con motore elettrico da 204 Cv alimentato da una batteria Blade della BYD da 72,4 kWh. «KGM è un grande e solido gruppo che sta investendo molto in ricerca. E quindi arriverà anche una soluzione full hybrid e una plug-in hybrid di nuova generazione» annuncia Luca Ronconi, il direttore generale di KGM Italia nonché consigliere delegato di AtFlow.
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