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In Italia crescono le auto, ma sono sempre più vecchie

di Marco Triulzi - 08/05/2025

Nel 2024 il numero di autovetture in circolazione in Italia ha superato i 41 milioni di unità, in linea con un trend di crescita che prosegue da dieci anni. Secondo lo studio annuale dell’Aci, il saldo tra nuove iscrizioni e radiazioni è positivo per quasi 600.000 veicoli, segnale che l’auto privata resta centrale nella mobilità degli italiani.

Ma dietro questa espansione si nasconde un problema strutturale: l’età media delle auto ha raggiunto i 13 anni. Quasi un quarto delle vetture ancora in circolazione appartiene alle classi ambientali Euro 0, 1, 2 e 3, quindi con almeno 19 anni di vita e prestazioni ambientali e di sicurezza molto inferiori agli standard attuali.

Una delle cause principali di questo invecchiamento è la forza del mercato dell’usato. Nel 2024 i trasferimenti netti di proprietà sono cresciuti del 16% rispetto al 2015, superando le nuove immatricolazioni. La maggior parte delle transazioni riguarda veicoli con oltre 10 anni di età: 13 anni e 7 mesi in media per le auto a benzina. Un’auto su due che cambia proprietario è, di fatto, già vecchia. Prezzi più bassi e maggiore disponibilità rendono l’usato una scelta pratica, ma questa tendenza frena il ricambio tecnologico del parco auto e prolunga la vita dei veicoli più obsoleti.

A confermare il quadro, i dati sull’età media per tipo di alimentazione: le auto a benzina superano i 16 anni (16 anni e 5 mesi), quelle a gasolio sfiorano i 12 anni e mezzo. Le bifuel (GPL o metano) si attestano sugli 11 anni e 9 mesi. Solo le ibride si mantengono giovani, con una media di 2 anni e 3 mesi.

Auto ibride, le più vendute

Il mercato del nuovo non riesce a decollare. Dopo il crollo del 2020, il settore ha mostrato solo una lieve ripresa. Le auto ibride hanno guidato le nuove immatricolazioni anche nel 2024. Hanno superato le diesel già da tempo e rappresentano oggi la motorizzazione più diffusa tra i veicoli di nuova generazione. Mentre le vetture elettriche mostrano segnali di ripresa dopo la battuta d’arresto del 2022, ma la loro presenza sul totale delle auto in circolazione resta ancora limitata.

La diffusione dell’elettrico procede a ritmi contenuti, frenata da ostacoli noti: la rete di ricarica è ancora poco capillare, i costi di acquisto sono elevati e molti automobilisti nutrono dubbi sull’autonomia reale. In assenza di un sistema di incentivi stabile e di regole uniformi a livello nazionale, e aggiungiamo noi, della comodità per tutti di poter usufruire di un box dove ricaricare l’auto, l’elettrico fatica a diventare una scelta concreta per la maggior parte degli italiani.

Le auto restano una voce importante per il fisco

Nel 2024 la spesa complessiva legata all’uso delle autovetture ha superato i 165 miliardi di euro, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Il dato comprende sei voci principali: carburanti, manutenzione, parcheggi e pedaggi, tassa automobilistica, assicurazione e ammortamento.

Una quota significativa di questa spesa finisce nelle casse pubbliche. La tassa automobilistica, ad esempio, confermandosi una fonte stabile di entrate regionali. A ciò si aggiungono le accise sui carburanti e l’iva, che incidono pesantemente sui costi di esercizio.

Nel complesso, l’automobile rappresenta ancora una delle principali fonti di prelievo fiscale per lo Stato. Ma un sistema fiscale così strutturato, se non accompagnato da un rinnovo più rapido del parco auto, rischia di sostenere l’uso di veicoli vecchi anziché favorirne la sostituzione.

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