
Testo di Mattia Eccheli
Componentistica e difesa. Sono i comparti della filiera automobilistica nazionale sui quali intende puntare il governo, che, come riferiscono le agenzie, per bocca del ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto sapere di non essere intenzionato a rinnovare l’Ecobonus, liquidato come “inefficace su scala nazionale”.
Nel suo intervento al tavolo dell’automotive presso lo stesso dicastero, Urso ha detto: “Siamo un governo responsabile. Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza le imprese e tutelare i lavoratori. Per questo incentiviamo le aziende della filiera automotive a diversificare e riconvertire le proprie attività verso settori ad alto potenziale di crescita”. Tra questi, appunto, la difesa, ma anche l’aerospazio, la blue economy e la cybersicurezza.
Nei giorni scorsi in Germania la Rheinmetall, colosso tedesco degli armamenti i cui utili sono lievitati lo scorso anno, ha dimostrato interesse per uno degli stabilimenti a rischio chiusura di Volkswagen, giudicandolo “molto adatto” a una eventuale conversione per la produzione di veicoli militari (qui l’articolo completo). I settori “ad alta redditività” possono contribuire a “salvaguardare e valorizzare le competenze dei lavoratori dell’automotive”, ha spiegato il ministro.
Circa l’Ecobonus, Urso ha chiarito che l’Italia è stata fra le prime a chiedere un piano “a livello europeo che incentivi in modo omogeneo e costante l’acquisto di veicoli ecologicamente sostenibili, non necessariamente elettrici” cui ha aggiunto “Questa nostra indicazione si sta facendo strada a Bruxelles”.
La nuova priorità è il settore della componentistica, estremamente penalizzato dal giro di vite dei costruttori e dalle difficoltà che sta attraversando l’industria automobilistica della Germania. “Interveniamo a supporto della filiera, indirizzando risorse per 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-27”, ha assicurato Urso. Nel 2025 si tratta di 1,6 miliardi “tra accordi per l’innovazione, contratti e mini-contratti di sviluppo e credito d’imposta”. Cento milioni verranno destinati alla sola domanda (“ma non di autovetture”) e verranno concordati “direttamente con la filiera”.
Urso ha valutato positivamente il Piano Italia con cui “Stellantis ha intrapreso un significativo cambio di rotta: finalmente, l’auto italiana torna in strada”. Il programma industriale del colosso franco-italiano, ha ricordato il ministro, “impegna l’azienda ad assumersi la responsabilità sociale di guidare, insieme a noi tutti, la transizione tecnologica e industriale, che rappresenta la vera sfida per la nostra Europa”.
Quest’anno sono previsti investimenti per 2 miliardi di euro sugli impianti e 6 per acquisti da fornitori italiani. “A differenza di altri costruttori europei – ha sottolineato il responsabile del Made in Italy – Stellantis ha assicurato la permanenza in produzione di tutti gli stabilimenti e dei livelli occupazionali, aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo e annunciando nuovi modelli in produzione, elettrici e ibridi, nuove piattaforme produttive e un impegno nella valorizzazione della filiera”. Particolarmente apprezzati da Urso gli annunci sulla nuova produzione di cambi per le ibride a Termoli e l’anticipo dell’avvio della produzione della Fiat 500 ibrida a Mirafiori.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....