Prima di mettersi alla guida è bene evitare l’assunzione di bevande alcoliche. Non ci sono altre indicazioni, perché gli effetti negativi dell’alcol sono pericolosi e agiscono su funzioni cerebrali come percezione, attenzione, elaborazione e valutazione. E purtroppo gli ultimi casi di cronaca continuano a dimostrare quanto questa sia una pericolosissima abitudine.
Il tasso alcolemico è la quantità di alcol presente nel sangue che si misura in grammi per litro (g/l). La normativa italiana stabilisce come valore limite legale il tasso di alcolemia di 0,5 g/l: guidare un veicolo oltre questo limite -considerato stato di ebbrezza – costituisce reato penale e prevede, oltre che la perdita di 10 punti della patente, le severe sanzioni previste dagli articoli 186 e 186 bis del Codice della Strada.
Nel caso dei neopatentati e per i minori di 21 anni la tolleranza è pari a zero. Non è permesso bere assolutamente nulla.
Secondo gli esperti, i primi effetti dell’alcol cominciano a farsi sentire già con un valore di 0,2 g/l: si perde la capacità di suddividere l’attenzione tra due o più fonti di informazioni e aumenta la sensazione di stanchezza.
Un tasso di 0,5 g/l (il limite legale per guidare) compromette il campo visivo laterale, i tempi di reazione, la resistenza all’abbagliamento e il coordinamento psicomotorio.
A 0,8 g/l si ha una percezione totalmente alterata delle distanze, l’attenzione cala in modo notevole, diminuisce la sensibilità alla luce rossa.
Tra 1 e 1,2 g/l compare l’euforia, si annulla la percezione delle distanze e della velocità di movimento degli oggetti.
Infine, sopra la soglia di 1,5 – 2 g/l si sottovalutano i pericoli, lo scoordinamento dei movimenti (es. si accelera invece di frenare) e si rilevano reazioni fortemente rallentate.
Attenzione poi ai falsi miti: mangiare non rallenta la diffusione, né tanto meno aiuta lo smaltimento, così come andare in bagno o sudare non aiuta a smaltire più velocemente l’alcol in circolo.
C’è un solo rimedio per evitare i danni dell’alcol alla guida: non bere o bere in modo molto moderato, oppure bere alcolici a bassa gradazione.
Naturalmente i sintomi variano da persona a persona e alla domanda “quanto si può bere prima di raggiungere i valori sopra indicati?” non è facile rispondere. Dipende dal meccanismo di diffusione dell’alcol (dallo stomaco al sangue e quindi ai liquidi cellulari del cervello), dal contenuto delle bevande, dal modo in cui viene bevuto, dal sesso, dal peso e dall’età del soggetto e dalla sua abitudine a bere alcolici. Sono tante variabili. Se poi viene assunto a stomaco pieno si allunga sia il tempo di salita al valore massimo che quello di permanenza.
Le bevande alcoliche non sono poi tutte uguali: ad esempio, l’alcol contenuto nella birra o nel vino viene assorbito più lentamente rispetto a quello di grappa o whisky. Inoltre, l’assorbimento è favorito dall’anidride carbonica dei vini frizzanti. In ogni caso, a parità di quantità di alcol ingerito nell’arco di un certo periodo di tempo sufficientemente breve, viene raggiunto sempre lo stesso valore massimo di alcolemia, qualunque sia la bevanda. E se si sovrappongono quantità successive di alcool, ogni curva di assorbimento ed eliminazione si somma determinando effetti cumulativi.
Attenzione anche ai farmaci (siano essi antistaminici, ansiolitici o tachipirine) che interagiscono con l’alcol potenziando reciprocamente gli effetti negativi, con notevoli disturbi a carico dell’attenzione e della percezione, ancor più rilevanti in una situazione di stanchezza, stress e mancanza di sonno.
Gli effetti cumulativi sono invece sicuri e “automatici” (e possono portare a situazioni pericolosissime) con tutte le “droghe” (anfetamine, hashish, marijuana, eroina ecc.).
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