
I furti d’auto stanno cambiando volto. Oltre alla sottrazione del veicolo, sempre più spesso i ladri puntano a componenti specifiche come fari, sensori, batterie e sistemi multimediali. Pezzi facili da rivendere, spesso destinati al mercato estero, che garantiscono guadagni elevati e rapidi.
Questa tipologia di attività è in crescita anche in Italia. A lanciare l’allerta è LoJack Italia, società specializzata nel recupero dei veicoli rubati e nelle soluzioni telematiche per l’Automotive. Secondo il report semestrale diffuso dalla società, il fenomeno ha ormai raggiunto livelli preoccupanti: in soli sei mesi sono stati oltre 1.000 i veicoli rubati e recuperati, per un valore complessivo superiore a 33 milioni di euro.
I ladri agiscono con rapidità, destrezza e strumenti altamente specializzati. Secondo il report, servono in media 80 secondi per smontare un componente da un’auto parcheggiata. E non si tratta solo di retrovisori o cerchi in lega: nel mirino ci sono telecamere, paraurti, gruppi ottici, fari led, sensori, centraline, airbag, specchietti, monitor di bordo e catalizzatori.

L’epicentro dei furti è la Lombardia, dove si concentra il 40% dei furti parziali. Seguono Lazio (27%) e Campania (18%). La scelta delle componenti da rubare cambia anche a seconda delle aree geografiche.
Al Sud prevalgono le utilitarie, come Fiat Panda e 500, mentre al Nord si prendono di mira i modelli dei marchi più costosi come Toyota, Lexus, Range Rover, Volkswagen, più redditizi sul mercato nero internazionale.
Le elaborazioni LoJack indicano che i bersagli preferiti sono i modelli più diffusi, quindi con maggiori esigenze di ricambio, oltre che quelli più tecnologici. Nella lista figurano Fiat Panda, 500, Punto, 500X, Lancia Ypsilon, Jeep Renegade, Audi, Smart, Alfa Romeo, Ford, Peugeot, Renault, Citroën, Toyota, Lexus e Range Rover.
Vengono colpiti soprattutto i veicoli di età compresa tra 4 e 6 anni (33% dei casi), seguiti da quelli più recenti, fino a 3 anni (28%). L’obiettivo è quello di rifornire il mercato nero nazionale e internazionale di ricambi difficili da reperire, con destinazione finale anche in Nord Africa, Emirati Arabi e Sud Africa.

I furti parziali causano un danno economico per la perdita del componente, oltre che per le spese di riparazione e ripristino. In alcuni casi il costo può superare i 5.000 euro per veicolo.
Tuttavia, per ripristinare una Toyota C-HR che ha subito un furto della batteria possono servire anche 10-12 mila euro, cifra che comprende oltre il costo della batteria anche il lavoro di cablaggio, che deve essere rifatto.
Come si può vedere dall’infografica sotto, per i fari si può arrivare fino a 2.500 euro e per il catalizzatore 850 euro. Molto costosi anche i monitor di bordo, che costano fino a oltre 900 euro.
Per una batteria di una vettura ibrida la cifra sale a 7.500 euro. Mentre per il cambio 4.900 euro.

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