
Testo di Umberto Zapelloni
Elegante fuori, confortevole dentro e cattiva, molto cattiva, quando si schiaccia il tasto start per metterla in moto. La nuova Ferrari 2+, l’erede della Roma che ha portato a Maranello tanti clienti nuovi, si chiama Amalfi e, se possibile, è ancora più bella dell’auto che nel 2019 aveva proiettato la Ferrari verso la Dolce Vita con una presentazione molto cinematografica al Foro Italico, là dove qualche anno dopo è sbarcato il ciclone Sinner.
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“Se la Ferrari Roma era una Formula 1 in abito da sera, la nuova Ferrari Amalfi è una hypercar in abito da sera”, dice Enrico Galliera, direttore commerciale e marketing della casa, omaggiando le tre vittorie di fila a Le Mans. Flavio Manzoni che l’ha disegnata, ispirandosi ai grandi maestri dell’architettura italiana come Achille Castiglioni e Giò Ponti, la definisce invece “tecnochic” richiamando un altro maestro che ha contaminato i suoi studi, lo scultore franco rumeno Constantin Brâncuși che gli ha messo in testa una frase diventata una guida: “La semplicità è una complessità risolta”.
Questa volta nella nuova Ferrari non sono richiami alle grandi rosse del passato, non ci sono citazioni dei modelli che hanno fatto la storia, la Amalfi è figlia della Roma e ne raccoglie l’eredità diventando ancora più filante ed elegante. È un cambio d’abito su una meccanica conosciuta, ma migliorata nelle prestazioni. Un cambio d’abito di quelli che si notano, come nelle presentatrici del Festival di Sanremo.

“Volevamo una vettura che fosse in tutto e per tutto una Ferrari, per prestazioni, DNA, ma che avesse anche un design più elegante e così era nata la Roma che due anni dopo arrivò anche in versione spider con un tetto in tela per renderla ancora più elegante. Abbiamo creato un nuovo segmento che ci ha dato grandi soddisfazioni aiutandoci a portare nuovi clienti in famiglia – racconta Enrico Galliera – questa è l’evoluzione di quel concetto, forse è la Ferrari che meglio evidenzia la sua doppia anima, da una parte sportiva con prestazioni straordinarie, dall’altra ha un’anima molto elegante che consente di utilizzarla in tantissime situazioni diverse”. Potete andare a fare un viaggio con la vostra anima gemella (e due bambini non troppo cresciuti) oppure divertirvi là dove i limiti ve lo consentono.

Il pluripremiato V8 Biturbo da 3855 cc ha 20 cavalli in più della Roma (ora sono 640) e scatta da 0/100 km/h in 3,3 s (la Roma era a 3”4) e da 0/200 in 9” (la Roma in 9”3), con il miglior rapporto peso/potenza della categoria (2,29 kg/cv).
Ma è nella sua elasticità che ci guadagna regalando uno spunto migliore in terza e quarta marcia. “L’incremento prestazionale è stato ottenuto attraverso un sistema di gestione della sovralimentazione evoluto, che consente il controllo indipendente della velocità di rotazione dei due turbocompressori con una calibrazione dedicata e un innalzamento del regime massimo dei turbo fino a 171.000 giri/min”, ha spiegato Gianmaria Fulgenzi, il direttore tecnico.

Quest’ultimo ha sottolineato anche il grandi miglioramento in frenata grazie al brake by wire che consente di passare da 200 orari a zero in 119,5 metri, oltre 10 in meno rispetto alla Roma. Le prestazioni sono figlie dei miglioramenti del motore, ma anche di un’aerodinamica rivista con un nuovo fondo e una nuova ala attiva posteriore più elegante, ma anche più efficiente.
Le dimensioni sono quelle della Roma (462 cm x 197 cm x 130 cm) e anche il passo è invariato. Tutto il resto è nuovo. Dall’abito all’interno più raffinato, più accogliente pur rispettando la filosofia del doppio cockpit. Migliora l’infotainment con un display touch capacitivo centrale da 10”25 e sul volante tornano i comandi fisici abbandonando quell’idea del tutto digitale introdotta dalla Roma e criticata dai clienti che la trovavamo fonte di distrazione.

Flavio Manzoni e il suo team si sono superati ancora una volta migliorando linee che sembrava impossibile migliorare. “Il design esterno si sviluppa a partire da una speedform affusolata e monolitica – racconta il responsabile del Centro Stile – che conferisce alla vettura un’identità forte e dinamica. Se la Roma era quasi disegnata dai riflessi, qui abbiamo voluto dare una linea più avant-garde, più contemporanea, caratterizzata da alcune linee piuttosto incisive che sono il frutto di una sapiente intersezione tra i volumi e creano un tema a cuneo lungo la fiancata”.

Il profilo anteriore resta a squalo (forse qui si può vedere un richiamo a certe monoposto degli anni Cinquanta) ed è ancora più accentuato per la mancanza della calandra che caratterizzava la Roma e qui è stata sostituita da una mascherina tecnica che migliora il flusso d’aria.
Resta da svelare un particolare, il prezzo: 240 mila euro con consegne che partiranno nel primo quarto del 2026. Dovrebbe essere una Ferrari per nuovi ferraristi, ma i clienti che l’hanno vista in anteprima proprio ad Amalfi in uno scenario incantato, difficilmente se la faranno scappare.
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