
BYD, acronimo di Build Your Dreams, è il colosso cinese che lo scorso anno ha rischiato di superare la Tesla e diventare la prima Casa automobilistica in termini di auto elettriche vendute globalmente. Sorpasso che potrebbe concretizzarsi alla fine di quest’anno, anche grazie al contributo del Vecchio Continente. Secondo quanto riportato dall’edizione di Torino del Corriere della Sera, Alfredo Altavilla, Special Advisor per l’Europa della Byd, avrebbe avviato un casting per selezionare aziende italiane in grado di fornire componentistica di qualità.
Secondo quanto riportato dal Corriere, l’ex FCA sta organizzando incontri b2b (business to business), che si terranno nella città piemontese prima della fine del mese di febbraio, tra i vertici cinesi e le aziende del territorio di Torino (rappresentate da Anfia) che producono componentistica. L’obiettivo di questi incontri è quello di selezionare delle aziende del territorio in grado di assicurare componentistica di qualità che verrà utilizzata per “alimentare” i due nuovi stabilimenti europei della BYD, in Turchia e in Ungheria.
Le imprese piemontesi della filiera automotive possono così “tornare a respirare” dopo mesi difficili dovuti alla produzione a singhiozzo nello stabilimento di Mirafiori che, complice la scarsa richiesta di Fiat 500 elettrica, ha chiuso il 2024 in crollo verticale, con all’attivo solo 25.920 auto prodotte e un -69,8% rispetto al 2023.
L’impianto, dove attualmente vengono assemblate la 500 BEV e le due Maserati (GT e GC), potrebbe tornare a pieno regime solo nel novembre 2025, quando verrà avviata la produzione della Fiat 500 ibrida, che dovrebbe assicurare consistenti volumi. Troppo tempo per “assicurare l’occupazione di 53 mila addetti delle oltre 700 aziende della componentistica del territorio”.
Il colosso del Dragone appare come una possibilità concreta per le società di un territorio che un tempo era la capitale dell’auto in Italia, ma che negli ultimi mesi ha vissuto un periodo molto complesso.
Dal resto la BYD, che ha chiuso il 2024 con +40% rispetto all’anno precedente (4.272.145 le auto vendute di cui 1.76 elettriche), ha aperto gli impianti in Europa per aggirare i dazi e punta a diventare un’azienda importante anche nel Vecchio Continente. Attualmente ha venduto circa 417mila auto fuori dal Paese d’origine.
Uno dei punti di forza della BYD è la sua integrazione verticale, possibile grazie a oltre il 70% dei componenti dei suoi veicoli prodotto internamente. Attraverso questa strategia l’azienda è in grado di ridurre i costi, aumentare i margini di profitto e mantenere un controllo completo sulla filiera.
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