
Secondo un rapporto della Reuters, la Byd avrebbe recentemente rallentato il ritmo produttivo e posticipato alcuni piani di espansione nei suoi impianti in Cina. Secondo fonti interne, l’azienda ha sospeso i turni notturni in diversi stabilimenti e ha ridotto la capacità produttiva di almeno un terzo in alcune sedi. Inoltre, ha congelato i progetti per l’installazione di nuove linee di assemblaggio.
Come abbiamo detto in QUESTO articolo, la Cina e Byd sono alle prese con un’industria “drogata” dalla sovra-produzione e dal continuo ricorso al taglio dei prezzi. Pratiche che hanno azzerato i guadagni delle società, con i concessionari che non riuscendo a gestire i grandi stock sono stati costretti a chiudere.
Queste decisioni, che non sono state rese pubbliche, coinvolgono almeno quattro stabilimenti. Segnano una battuta d’arresto per l’azienda che negli ultimi due anni aveva superato Tesla, diventando il primo produttore mondiale di EV. Il rallentamento riflette un contesto di aumento delle scorte, che persiste nonostante le significative riduzioni di prezzo operate da Byd in un mercato automobilistico interno sempre più competitivo.
Un recente sondaggio della China Automotive Dealer Association ha segnalato un aumento delle scorte. I concessionari della Casa cinese avevano in media un inventario pari a 3,21 mesi, il più alto tra tutti i marchi locali, a fronte di una media settoriale di 1,38 mesi. Come riportato dai media statali, un grande concessionario della provincia dello Shandong ha chiuso almeno 20 punti vendita.
Secondo una delle fonti, le misure sono state introdotte sia per contenere i costi che per le vendite inferiori agli obiettivi prefissati.
Le azioni dell’azienda, quotata alla Borsa di Hong Kong, hanno reagito negativamente alla notizia, annullando un precedente guadagno del 2,6% e chiudendo in calo di quasi l’1% mercoledì pomeriggio.
Secondo i dati dell’Associazione cinese dei costruttori automobilistici mostrano che la crescita della produzione della Byd è scesa al 13% in aprile e allo 0,2% in maggio su base annua, i livelli più bassi dal febbraio 2024, quando la produzione fu interrotta dalle festività del Capodanno lunare. La produzione media di aprile e maggio 2025 risulta inferiore del 29% rispetto al quarto trimestre del 2024.
Lo scorso anno la Byd ha venduto 4,27 milioni di veicoli, in gran parte in Cina, e per il 2025 punta a raggiungere i 5,5 milioni, corrispondenti a un incremento di quasi il 30%.
A inizio giugno, la Camera di commercio dei concessionari automobilistici ha sollecitato le case produttrici a limitare l’invio di stock ai rivenditori. Le autorità hanno raccomandato obiettivi produttivi più coerenti con l’andamento delle vendite. I continui tagli ai prezzi, divenuti prassi di mercato, stanno mettendo a dura prova la redditività e la liquidità dell’intero settore. I concessionari hanno chiesto anche che gli incentivi di rimborso vengano pagati entro 30 giorni.
La crescente pressione competitiva ha spinto le autorità di regolamentazione a intensificare i controlli sul comparto automobilistico, nel tentativo di riequilibrare un sistema che da anni grava su produttori, fornitori e rete di vendita.
Nel tentativo di diversificare il proprio mercato, la Byd sta puntando sempre più sull’export. Nei primi cinque mesi del 2025, ha venduto 1,76 milioni di veicoli, di cui circa il 20% destinati ai mercati esteri.
Tra i Paesi che la Byd ha puntato figura proprio l’Europa, dove il marchio cinese è in continua a costante crescita.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....