
Testo di Mattia Eccheli
Emissioni zero nel presente e nel futuro di Bmw, sia con le elettriche sia con la tecnologia a celle combustibile. Nel difficile 2024, il gruppo bavarese ha contabilizzato il 17% delle vendite con i veicoli a batteria (circa una Mini sua quattro e quasi una Rolls-Royce su tre), con una crescita del 13,5% (più di 426.500 unità): “Molti altri costruttori, inclusi alcuni che producono solo auto elettriche, hanno registrato un calo”, ha sottolineato il Ceo Oliver Zipse, che non ha nominato Tesla, ma indubbiamente ci ha pensato.
L’aumento è tanto più significativo perché le consegne globali del gruppo (2,45 milioni) hanno subito una contrazione del 4%. Anche per questo, ma non solo, la casa dell’Elica ha contabilizzato un calo delle emissioni medie di CO2 della flotta europea di nuova immatricolazione di 30 grammi per chilometro, scendendo secondo i calcoli interni “per la prima volta” sotto la soglia dei 100 g/km.
Nel 2028 Bmw aggiungerà un’ulteriore opzione alla gamma a zero emissioni: sarà il primo costruttore premium a far esordire una macchina di serie, verosimilmente la iX5 (o una sua derivata), alimentata dalla tecnologia fuel cell frutto della collaborazione con Toyota. Con orgoglio Zipse ha anche rivendicato il ruolo di Bmw nell’export della Germania, paese nel quale lo scorso anno ha prodotto più di un milione delle auto: si tratta di oltre un quarto del totale fabbricato nel paese con il 56% delle macchine destinate ai mercati esteri.
A fine anno comincerà in Ungheria la produzione della iX3, la prima auto nata sulla avanzata piattaforma Neue Klasse che in chiave elettrica vanta un architettura a 800 Volt, tempi di ricarica più rapidi e autonomie più elevate, ma che è destinata anche a modelli ad alimentazione convenzionale. Verrà assemblata a Debrecen, che è anche il primo sito di Bmw a fabbricare solo veicoli elettrici. Nel 2026 arriverà una inedita berlina sportiva che integra l’offensiva di 40 modelli nuovi o aggiornati annunciata entro il 2027.
Alcuni (costosi) richiami e i volumi cinesi (dove ha scritto una nuova pagina di storia con più di 100.000 consegne elettriche) hanno influito negativamente sul bilancio, chiuso con ricavi in calo dell’8,5%, e utili prima delle imposte precipitati del 35,8% (10,97 miliardi). L’Ebit del 7,7% è di oltre 3 punti percentuali inferiore a quello dell’esercizio 2023 (11%). Con un utile netto di 7,68 miliardi (-36,9%), il gruppo proporrà una distribuzione superiore a quella dell’ultima volta, del 36,7 anziché del 33,7%, anche se la cedola sarà decisamente inferiore (-28%): da 6 a 4,3 per le ordinarie e da 6,02 a 4,32 per le privilegiate.
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