
Testo di Mattia Eccheli
Con una produzione di circa 1.500 suv al giorno, quasi due terzi dei quali destinati all’estero, in termini di valore il Gruppo Bmw si è confermato anche nel 2024 il primo esportatore di auto degli Stati Uniti. A rivelarlo sono le cifre fornite dallo stesso ministero federale americano del commercio e naturalmente commentate dalla casa dell’Elica.
“La significativa quota di esportazione sottolinea l’importanza del libero scambio per gli Stati Uniti – ha osservato Milan Nedeljković, il numero uno della produzione globale del marchio bavarese – Ne beneficia non solo il nostro stabilimento, ma anche la forte rete di fornitori nella regione”.
Lo scorso anno a Spartanburg, nella Carolina del Sud, il 57% delle X3, X4, X5 e X6 prodotte sono state esportate per un controvalore complessivo superiore ai 10 miliardi di dollari.
Bmw detiene il primato da ormai dieci anni: dal 2014 in poi le esportazioni verso almeno 120 mercati fuori dai confini nazionali hanno superato i 2,7 milioni di veicoli per un totale che va oltre i 104 miliardi di dollari.
Quello americano, che occupa 9.000 addetti, è il più grande stabilimento produttivo di Bmw al mondo. È stato inaugurato agli inizi degli anni ’90 ed è stato oggetto di numerosi investimenti che hanno ormai sfiorato i 15 miliardi di dollari. “Siamo orgogliosi che nella Carolina del Sud operi un’azienda così impegnata per la prosperità della sua comunità, per il successo dei suoi dipendenti e per l’innovazione del suo settore”, ha dichiarato il non più giovanissimo Henry McMaster, classe 1947, governatore dello stato dal 2017 e repubblicano come Donald Trump.
Proprio le dichiarazioni di Trump stanno facendo molto discutere. Il presidente americano ha spesso tuonato contro l’industria dell’auto della Germania, oltre che, in generale, dell’Unione Europea, minacciando l’imposizione di dazi del 25%.
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