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Autovelox: a che punto siamo?

di Marco Triulzi - 05/05/2025

Torna al centro del dibattito la questione degli autovelox non omologati. A rilanciare il tema è il Codacons, che ha presentato un esposto alle Corti dei Conti di dieci regioni italiane per segnalare l’uso di migliaia di dispositivi potenzialmente irregolari da parte dei Comuni. Secondo l’associazione, solo nelle grandi città gli incassi legati a multe elevate con questi strumenti supererebbero i 40 milioni di euro, oggi a rischio di invalidazione. Il tutto mentre la normativa è ancora in una fase di incertezza e i ricorsi si moltiplicano.

L’iniziativa del Codacons: ricorsi e danni potenziali alle casse pubbliche

Nel suo esposto, il Codacons punta il dito contro numerosi enti locali che, a suo avviso, continuano a utilizzare dispositivi privi della necessaria omologazione ministeriale. L’associazione stima che, solo nelle principali città italiane, siano potenzialmente in gioco oltre 40 milioni di euro di sanzioni annue, elevati con apparecchi che potrebbero non avere valore legale.

Il rischio non è solo quello di dover rimborsare le somme incassate illegittimamente, ma anche quello di sostenere le spese legali connesse ai ricorsi. Inoltre, il mancato adeguamento alle regole previste entro il 12 giugno 2025 – termine stabilito dal decreto attualmente in vigore – potrebbe esporre molti Comuni a contestazioni formali e a un danno erariale concreto. Alla base della contestazione del Codacons c’è un nodo giuridico che negli ultimi mesi ha generato confusione e contraddizioni: il rapporto tra approvazione e omologazione.

Dalle norme ai ricorsi: cronologia della vicenda autovelox

Per comprendere appieno la complessa situazione normativa sugli autovelox, è fondamentale ripercorrere gli eventi principali che hanno generato l’attuale incertezza:

  • 11 aprile 2024 – Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) pubblica il cosiddetto “decreto autovelox”, che introduce nuove regole per l’installazione e l’utilizzo dei dispositivi di controllo elettronico della velocità. Tra le principali novità: l’obbligo di autorizzazione prefettizia per identificare i tratti di strada soggetti a controllo, distanze minime tra segnaletica e dispositivi, limiti di velocità compatibili con la tipologia stradale, e requisiti di collocazione più rigidi. Il decreto entra in vigore il 12 giugno 2024, concedendo un anno di tempo ai Comuni – fino al 12 giugno 2025 – per adeguarsi.
  • 18 aprile 2024 – Con l’ordinanza n. 10505/2024, la Corte di Cassazione interviene sulla distinzione tra approvazione e omologazione, affermando che solo i dispositivi “debitamente omologati” sono validi ai fini dell’accertamento delle infrazioni. La pronuncia sconfessa di fatto l’uso di apparecchi approvati ma privi di omologazione formale.
  • 23 gennaio 2025 – Il Ministero dell’Interno, in una circolare indirizzata alle Prefetture, trasmette il parere dell’Avvocatura dello Stato, secondo cui l’approvazione concessa ai dispositivi successivamente al 2017 è da considerarsi sufficiente per il loro utilizzo. Una posizione che entra in contrasto con la precedente decisione della Cassazione.
  • 14 marzo 2025 – Una nuova sentenza della Cassazione (n. 10365/2025) rafforza quanto già stabilito, confermando i sequestri dei rilevatori elettronici T-Exspeed 2.0 nell’ambito di un’indagine della Procura di Cosenza. Andate QUI per ulteriori dettagli.
  • 22 marzo 2025 – Il MIT notifica alla Commissione Europea la bozza del decreto tecnico con le regole per l’omologazione e la verifica dei dispositivi (notifica n. 2025/0159/IT). Il testo include un’interpretazione favorevole alla validità degli autovelox approvati dal 2017 in poi, coerente con il precedente decreto MIT n. 282/2017.
  • 23 marzo 2025 – Il giorno successivo alla notifica, lo stesso MIT comunica la sospensione dell’iter del decreto per “effettuare ulteriori accertamenti”. Questa decisione blocca l’adozione di un provvedimento atteso e contribuisce a mantenere una condizione di incertezza normativa a pochi mesi dalla scadenza prevista per l’adeguamento degli enti locali.
  • 30 aprile 2025 – Il Ministro Salvini invia una comunicazione ufficiale all’ANCI sollecitando un censimento nazionale degli autovelox. Il MIT richiede dati quantitativi e qualitativi aggiornati per mappare i dispositivi presenti sul territorio, con l’obiettivo di uniformare l’utilizzo, individuare le irregolarità e rafforzare la trasparenza nell’impiego dei rilevatori.

La velocità resta un’emergenza: regole sì, ma rispetto prima di tutto

L’incidente a inizio aprile che ha coinvolto tre giovanissimi in Puglia – un ragazzo di 22 anni e due ragazze di 21 anni – è l’ennesimo tragico richiamo alla necessità di affrontare seriamente il problema dell’eccesso di velocità. Viaggiavano a bordo di una Porsche noleggiata a oltre 200 km/h, prima di perdere il controllo e schiantarsi contro un albero perdendo la vita nell’impatto. Il dramma ha colpito profondamente l’opinione pubblica e ripropone con forza il valore dei controlli e della prevenzione.

In questo scenario, è fondamentale che il dibattito sugli autovelox non omologati non diventi un alibi per sminuire la gravità di certi comportamenti alla guida. La denuncia del Codacons e la richiesta di chiarezza normativa sono legittime e necessarie, ma non devono essere interpretate come un “liberi tutti” per chi intende ignorare i limiti.

La sicurezza stradale richiede regole certe, dispositivi regolari e soprattutto responsabilità individuale. Controllare la velocità non è una penalizzazione: è una tutela. E in un paese che ancora conta troppe vittime giovani sulle strade, questo principio va riaffermato con fermezza.

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