
L’auto del presente e del futuro è Software Defined Vehicle (SDV). Ossia automobili dove la maggior parte delle funzioni – dalla gestione del motore all’infotainment, fino ai sistemi di assistenza alla guida – sono controllate e migliorate da un software. In Italia si contano già 18 milioni di veicoli “sapiens”, in grado di generare e scambiare dati fondamentali per la sicurezza, la manutenzione predittiva e la personalizzazione dei servizi. Questo enorme flusso di informazioni ha acceso un dibattito sulla proprietà e sull’uso dei dati soprattutto da parte delle officine specializzate. Un tema al centro dell’ultimo Autopromotec Talk svoltosi nella sede dell’AC Milano, tappa di avvicinamento alla prossima edizione di Autopromotec, la storica rassegna internazionale dedicata all’aftermarket automobilistico (organizzata da Promotec, società di AIRP e AICA), che andrà in scena dal 21 al 24 maggio a Bologna.
La questione principale riguarda la natura giuridica dei dati stessi, poiché non rientrano in alcuna categoria di proprietà tradizionale. Il primo relatore intervenuto sul palco, il Professor Enrico Al Mureden dell’Università di Bologna, ha spiegato che la principale difficoltà nel definire la proprietà dei dati delle auto connesse dipende dal fatto che queste informazioni non rientrano nelle categorie legali tradizionali. Essendo generate da un mezzo di proprietà del consumatore, i dati dovrebbero appartenere al guidatore, ma in realtà le case automobilistiche ne rivendicano spesso la titolarità, sostenendo di essere le uniche a poterli gestire. Si crea così un vuoto normativo, con il rischio che i dati diventino un monopolio dei costruttori a discapito di officine indipendenti e consumatori.
La soluzione richiede un equilibrio tra la protezione della privacy, già tutelata in parte da regolamenti come il GDPR, e il diritto alla libera concorrenza, per evitare che chi non è affiliato al produttore venga escluso dalla manutenzione dei veicoli. Un ente come il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) dell’ACI, abitualmente impegnato nella tracciabilità dei passaggi di proprietà, potrebbe avere il compito di raccogliere, archiviare e rendere accessibili i dati in maniera trasparente, garantendo che i diritti di proprietari e utilizzatori vengano rispettati.
Le implicazioni concrete di questa evoluzione sono state illustrate da diverse imprese che operano nel mondo delle riparazioni, ognuna impegnata a trovare soluzioni per aggirare le limitazioni e rispondere alle sfide poste dai veicoli digitali. Fasep, per esempio, è specializzata in apparecchiature per la diagnostica e l’assetto ruote e ha creato la piattaforma Data.fasep.it con l’obiettivo di fornire alle officine i parametri aggiornati necessari per interventi accurati su una vasta gamma di modelli di auto. MAHLE Aftermarket Italy, concentrata sulle soluzioni di manutenzione avanzata, sta puntando su strumenti come Odo Scan ed E-Scan per controllare, rispettivamente, gli odometri e le batterie dei veicoli elettrici. TEXA, invece, sviluppa apparecchiature di “diagnosi protetta” utili a superare i blocchi dei protocolli proprietari imposti dai costruttori, consentendo interventi sicuri e completi anche sui sistemi ADAS di ultima generazione.
Le esperienze di queste realtà mostrano come l’accesso ai dati sia ormai una questione cruciale: senza un’informazione libera e condivisa, il “diritto alla riparazione” rischia di essere messo in pericolo, a scapito sia della concorrenza sia della sopravvivenza stessa delle officine indipendenti.
A fronte di tali criticità, la prossima edizione di Autopromotec, in programma a maggio, rappresenta un’occasione fondamentale per continuare il confronto e individuare soluzioni in grado di tutelare la concorrenza e garantire un accesso equo ai dati. Da sempre punto di riferimento per l’aftermarket e per le tecnologie più all’avanguardia, la manifestazione offrirà uno spazio di dialogo tra costruttori, riparatori, fornitori di attrezzature e istituzioni, chiamati a immaginare un futuro in cui il veicolo, sempre più “sapiens”, possa essere gestito con regole chiare e condivise. Il percorso verso l’auto connessa, infatti, non deve ostacolare il lavoro delle officine indipendenti, ma piuttosto diventare un’opportunità di crescita sostenibile per l’intero settore automobilistico.
“In Autopromotec, quello dell’auto connessa è un tema di straordinaria importanza, non solo per l’industria, ma anche per l’automobilista – racconta Renzo Servadei, AD di Autopromotec – In fiera sarà possibile, oltre a vedere l’evoluzione delle norme che in questo momento sono in fase di definizione e di promulgazione, anche toccare con mano i tools che gestiscono i software che giocano un ruolo da protagonisti in questa rivoluzione del Software Defined Vehicle. La trentesima edizione vuole farsi portavoce e spazio di dibattito per tutte le tematiche che sono di estrema attualità ed importanza per l’aftermarket automotive. Ci tengo a ricordare che questo roadshow di Autopromotec Talks, che si è concluso con l’incontro di oggi, ha voluto mettere a tema questioni cruciali come Sostenibilità, Made in Italy, Intelligenza Artificiale e Connettività. Tutti questi argomenti saranno l’anima della prossima edizione, il fulcro intorno cui è stata pensata.”
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