Testo di Mattia Eccheli
Le auto elettriche costano care. Anche ai costruttori, come dimostrano le ultime trimestrali. A Wall Street hanno dovuto fare i conti con flessioni pesanti. In una settimana le capitalizzazioni di Tesla, General Motors, Ford e Stellantis sono scese in media del 12% e risentono anche del rallentamento della domanda di veicoli a zero emissioni. Speculazioni a parte – Tesla e GM sono ampiamente sopra i livelli di inizio anno, mentre Ford è quasi allineata e la sola Stellantis ha ceduto veramente terreno (-17%) – Jim Farley, Ceo dell’Ovale Blu, ha definito “avvilente” la situazione.
La riorganizzazione interna, forzata in vista della progressiva elettrificazione “avrà ripercussioni positive sul lungo termine”, ha precisato il manager. La divisione di Ford che si occupa dei veicoli elettrici, la Model e, ha perso 1,14 miliardi di dollari, per una stima a fine anno attorno fra i 5 e i 5,5 miliardi.
Grazie ai buoni affari fatti con le macchine con motori convenzionali e con i veicoli commerciali, nel secondo trimestre l’Ovale Blu ha messo a bilancio un utile netto di 1,8 miliardi (1,9 nello stesso periodo dello scorso anno). Anche Ford, i cui volumi ibridi (+34%) hanno inciso per il 9% su quelli globali, non esclude di prolungare le vendite di auto con motori convenzionali.
Il senatore Vincenzo Gibiino (FdI), tra l’altro presidente del Ferrari Club Italia, ha citato il rapporto “Mobility Consumer Pulse 2024” condotto da McKinsey, che “evidenzia che il 29% dei possessori europei di auto elettriche vogliono tornare alle auto termiche, negli States la percentuale sale al 46%”.
Si chiede pertanto “quali direzioni prendere in Europa sulle assurde normative per lo stop alla produzione dei motori endotermici?” e immagina che “forse dovrà cambiare l’approccio alla transizione ecologica che dovrà essere ispirato non a azioni basate solo sull’ideologia fintamente green”.
Markus Heyn, direttore della influente divisione Mobility di Bosch, uno dei principali fornitori delle case automobilistiche, aveva chiarito nelle scorse settimane come non fosse l’elettrificazione ad essere in dubbio, ma solo la velocità della conversione. Anche in Europa, dove finora la competizione si è consumata solo nei segmenti più prestigiosi del mercato, mentre la sfida sta per infiammarsi anche in quelli in cui i listini sono più accessibili.
“Credo sia finito il tempo dei rincari – aveva dichiarato a La Stampa – anche perché se guardiamo al mercato dell’auto nuova in Europa i volumi dello scorso anno sono ancora sensibilmente inferiori a quelli che hanno preceduto la pandemia”. Il problema è più ampio e non riguarda solo le elettriche.
Il rapporto evidenzia come le comunità che vivono vicino alle miniere di cobalto, litio, nichel e rame siano esposte a sfruttamento, rischi per la salute e danni ambientali
Si tratta di una Mercedes Classe G elettrica modificata. Sempre più a emissioni zero, attento anche all'ambiente, il Pontefice ha ricevuto una nuova “papamobile” elettrica