
L’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico sul nuovo obiettivo climatico al 2040: una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Il compromesso, approvato a maggioranza nel Consiglio Ambiente, definisce un percorso che punta a conciliare ambizione ambientale e sostenibilità economica, introducendo maggiore flessibilità per gli Stati membri e un meccanismo di revisione biennale degli obiettivi in base ai progressi tecnologici e scientifici.
Per la prima volta, il testo riconosce esplicitamente il ruolo dei carburanti rinnovabili a basse e zero emissioni di carbonio come parte integrante della strategia europea di decarbonizzazione. Un passaggio cruciale che interessa da vicino anche il mondo dell’automotive e che potrebbe influire sulla revisione del regolamento che prevede lo stop alla vendita di auto endotermiche dal 2035, attesa entro la fine dell’anno.
Il riconoscimento dei biocarburanti e degli e-fuel segna un’evoluzione importante rispetto alla fase iniziale del Green Deal. Bruxelles ammette la necessità di un approccio più tecnologicamente neutrale, capace di valorizzare tutte le soluzioni compatibili con la neutralità climatica: dall’elettrico alle celle a combustibile, fino ai carburanti rinnovabili prodotti da biomasse e idrogeno verde.
Questa impostazione consente di preservare competenze industriali e infrastrutture esistenti, accelerando al tempo stesso la riduzione delle emissioni anche nel parco circolante, dove l’elettrificazione totale richiederà tempi più lunghi.
Parallelamente, la Commissione ha presentato il Piano di Investimenti per i Trasporti Sostenibili (STIP), con l’obiettivo di mobilitare 2,9 miliardi di euro entro il 2027 per sostenere la produzione e l’utilizzo di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio.
Il piano prevede risorse per la ricerca, l’innovazione e la diffusione di infrastrutture dedicate, con particolare attenzione ai settori dell’aviazione e della navigazione, ma con ricadute tecnologiche dirette anche sul trasporto su strada.
La Commissione stima che, entro il 2035, serviranno circa 20 milioni di tonnellate di carburanti sostenibili – tra biocarburanti ed elettrocarburanti – per rispettare gli obiettivi europei, con un investimento complessivo stimato di 100 miliardi di euro.
Il piano introduce inoltre un meccanismo che mette in contatto produttori e utilizzatori, garantendo stabilità dei ricavi e riduzione del rischio d’investimento, e punta a creare un mercato europeo integrato dei carburanti rinnovabili.
A margine dell’Intesa il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha commentato soddisfatto: “La Commissione ha riconosciuto che le istanze che portavamo avanti come Italia, e come gruppo di Paesi uniti all’Italia, erano rilevanti ed erano equilibrate. Ha riconosciuto le istanze che riguardavano lo slittamento di un anno dell’Ets 2 (…) e per la prima volta compaiono nella normativa i biocarburanti”.
Per l’Italia, da tempo impegnata nel promuovere una transizione tecnologicamente neutrale, l’intesa europea rappresenta infatti una conferma politica significativa. Il nostro Paese ha sostenuto con forza la necessità di considerare i biocarburanti avanzati come parte della soluzione alla decarbonizzazione dei trasporti, valorizzando una filiera industriale già operativa e all’avanguardia.
Le competenze maturate nella produzione di carburanti rinnovabili e il know-how delle imprese nazionali offrono all’Italia una posizione di vantaggio nel nuovo scenario, in cui elettrico e carburanti a basse emissioni possono coesistere come vie complementari per ridurre l’impatto ambientale della mobilità.
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