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Furti d’auto in aumento, Fiat Panda la più rubata

di Redazione - 18/04/2024

Testo di Mattia Eccheli

Francia e Italia sono il paradiso dei ladri d’auto, ma mentre oltre confine la situazione migliora (dai 211.000 casi denunciati nel 2008 ai 122.000 del 2021), nel Belpaese peggiora. Lo scorso anno sono state denunciate quasi 132.000 indebite sottrazioni (auto, furgoni e moto, Honda SH e le Liberty e Vespa della Piaggio sono risultate le più gettonate dai malviventi), con una crescita del 7% (+11% per le sole vetture) rispetto al 2022.

La Fiat Panda si conferma non solo il modello più venduto, ma anche il più rubato: negli scorsi 12 mesi ne sono sparite 12.571 esemplari. Poi ci sono la 500, ancora (addirittura) la Punto e la Lancia Ypsilon seguite a una certa distanza dalla 500 L e dall’Alfa Romeo Giulietta. La rete del crimine organizzato è però interessata anche alle Smart Fortwo (1.976), alle Citroen C3 (1.741), alle Volkswagen Golf (1.465) e alle Renault Clio (1.365).

Lo studio LoJack, meno della metà dei veicoli viene recuperata

Il problema – rivela l’edizione 2024 del “Dossier sui Furti di veicoli” curata da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp leader nelle soluzioni telematiche per l’Automotive e nel recupero dei veicoli rubati – è che meno della metà (44%) dei veicoli sottratti viene individuata e restituita ai legittimi proprietari. Il fenomeno è particolarmente allarmante in cinque regioni (Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia) dove viene rubato l’80% dei veicoli.

I dati europei (relativi al 2021, gli ultimi disponibili) sono avvilenti: 122.700 furti in Francia (dove le più rubate sono Toyota Prius, DS7 Crossback e Renault Mégane) e 110.171 in Italia. La terza nazione, la Germania (che ha 20 milioni di abitanti in più rispetto al Belpaese) si ferma poco sopra quota 39.000, seguita dalla Turchia (oltre 33.000). Sopra quota 20.000 ci sono Paesi Bassi e Spagna.

Intere o smontate, le auto vanno a Est, in Nord Africa e Medio Oriente

Il business è articolato: una parte dei veicoli viene esportata e un’altra viene smontata per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio, lievitato con i colli di bottiglia della filiera degli ultimi anni. Le direttrici principali, spiega LoJack, sono quelle “balcaniche dell’Est Europa oppure il Nord Africa e perfino in Medio Oriente”. Dal 2013 in poi in Italia sono spariti 1,55 milioni di veicoli: solo il 39% del totale è stato recuperato, vale a dire che di quasi un milione non si hanno più notizie.

Sempre secondo LoJack i professionisti del furto agiscono in maniera sempre più rapida e tecnologica, sfruttando i “bachi” dei sistemi di apertura contactless (con apertura e chiusura dell’abitacolo senza l’inserimento della chiave): un’auto su tre sparisce così. La vicinanza a porti e confini nazionali incrementa il “giro d’affari” che ai “pesci piccoli” frutta fino a 1.000 euro per una utilitaria e anche cinque volte tanto per una vettura di lusso del valore di 100.000.

Ai “Passatori” tra i 500 e i 1.000 euro per auto guidata all’estero

I costi di trasporto incidono per 2-3 mila euro se la destinazione è l’Europa orientale, mentre lievita fino a 10-15 mila nel caso venga spostata via mare. Gli eventuali “passatori” che si alternano (pericolosamente) al volante per portare il veicolo a destinazione possono guadagnare tra i 500 e 1.000 euro. “I dati relativi al 2023 e ai primi mesi dell’anno in corso certificano e consolidano i segnali registrati negli scorsi anni di recrudescenza del business criminale dei furti di auto”, ha osservato Maurizio Iperti, presidente LoJack per l’area Europa, Africa e Medio Oriente.

“Solo un intervento rapido ed efficace può ridurre le possibilità che del veicolo si perdano le tracce per sempre”, insiste il manager, che rivendica per la propria azienda “percentuali di recupero doppie rispetto a quelle del mercato” grazie anche alla collaborazione con le Forze dell’Ordine.

 

 

 

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