
Non la vedete ancora, perché di fatto bisognerà attendere sino ad aprile per la presentazione ufficiale. E alla fine dopo vari depistaggi e possibili illazioni sul nome, si scopre che il nuovo Suv compatto di casa Alfa Romeo si chiamerà Milano.
Una scelta che palesa il legame con la città in cui il marchio è nato, e per certi aspetti un ritorno al passato più e meno recente. Sia perché la MiTo di fatto celava le inziali proprio di Milano e Torino, e poi perché la mitica Alfa 75 era commercializzata negli Stati Uniti con la denominazione Milano. Ma al di là dei corsi e dei ricorsi storici, il nuovo B-Suv rappresenta un altro passo avanti verso la completa elettrificazione.
Entrando nel merito di cosa sarà la Milano, non solo da un punto di vista dello stile, ma raccontandone la tecnica, si scopre che l’auto verrà realizzata sulla piattaforma STLA Small del Gruppo. Ovvero l’ultima evoluzione di quel pianale CMP (dell’ex PSA) che ha già dato i natali alle recenti Jeep Avenger e Fiat 600.
Una soluzione che pertanto non potrà garantire un quadro prestazionale nel formato elettrico, in termini di autonomia s’intende, di assoluto rilievo. Potremmo sempre essere smentiti ovviamente, ma è probabile che l’accumulatore avrà una capacità di 54 kWh, ovvero poco meno di 400 km di range. Se non mutano le cose rispetto ai modelli attuali, l’offerta dei propulsore elettrico dovrebbe invece garantire 156 cavalli di potenza. Ma nulla vieta di ipotizzare una possibile variante Quadrifoglio, che prenda spunto dalla prossima Lancia Y HF.
Chiusa la parentesi elettrico, dovrebbe essere della partita anche il propulsore ibrido (un po’ mild e un po’ full) che fa capolino sia su Avenger che su 600, e che adotta un 1.2 turbo tre cilindri come componente termica. Tutte supposizioni che verranno confermate (o smentite) con l’avvicinarsi di aprile quando l’Alfa Romeo Milano farà il suo debutto ufficiale.
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