
Testo di Mattia Eccheli
Con la concordata transazione dei (probabili) ultimi 102 milioni di euro, il dieselgate americano è costato oltre due miliardi a Mercedes-Benz. Lo riporta l’agenzia di stampa tedesca DPA, citando un portavoce del costruttore. L’accordo economico è stato raggiunto con le procure generali di tutti gli Stati Uniti in cui erano pendenti procedimenti legati al mancato rispetto delle normative sulle emissioni.
La strada era stata in parte spianata dalla chiusura, nel corso del 2024, degli accertamenti penali condotti dal Dipartimento di Giustizia statunitense. Il Dipartimento non aveva mosso accuse formali alla casa di Stoccarda. Mercedes-Benz, né in questa occasione né in quelle precedenti, ha fatto ammissioni sull’utilizzo di sistemi proibiti.
I modelli coinvolti negli Stati Uniti sono circa 250 mila. Non si tratta solo di auto, ma anche di veicoli commerciali leggeri. Tutti erano equipaggiati con il motore diesel BlueTEC II e appartenevano ai Model Year compresi tra il 2009 e il 2016. L’accordo dovrà ora essere avallato dai tribunali competenti. Si tratta di un passaggio tutt’altro che formale.
Mercedes-Benz ha fatto sapere di aver avviato da tempo un programma di “implementazione” per i veicoli non conformi alle norme sulle emissioni. L’85% dei mezzi è già stato aggiornato tramite software o interventi diretti sul sistema di propulsione.
Il costruttore di Stoccarda non ha dovuto ricomprare le auto dai clienti. Un’operazione che, al contrario, era costata al gruppo Volkswagen circa la metà dei 20 miliardi di dollari sborsati negli Stati Uniti per chiudere lo scandalo. In quel caso le auto coinvolte erano 475 mila, equipaggiate con il diesel EA 189. Anche per la nuova e potenziale transazione, Mercedes-Benz aveva già disposto gli opportuni accantonamenti.
In Germania la casa della Stella era stata sanzionata con una multa di 870 milioni di euro. Una sanzione contro la quale, come altri costruttori e fornitori coinvolti, aveva deciso di non presentare opposizione. Nel frattempo, per le condizioni di salute di Martin Winterkorn, è stato sospeso il processo a suo carico quando era CEO del gruppo Volkswagen.
Il caso non è però chiuso ovunque. Mercedes-Benz deve infatti affrontare, insieme a Ford, Nissan, Renault, Peugeot e Citroën, anche il maxi procedimento avviato nel mese di ottobre nel Regno Unito.
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