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Transizione che unisce, oltre le contrapposizioni

di Redazione - 16/12/2025

Presidente UNRAE
Roberto Pietrantonio, Presidente UNRAE, durante la presentazione Ricerca dell’Osservatorio Auto e Mobilitaí Luiss Business School e Conferenza Stampa Annuale UNRAE, Roma, 16 dicembre 2025. ANSA/ANGELO CARCONI (NPK)

Testo di di Marco Di Pietro 

Si è svolta oggi, 16 dicembre, la conferenza stampa di fine d’anno dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri). Oltre a presentare i dati dei primi 11 mesi di quest’anno e le previsioni per il mercato italiano 2026 (che vedremo tra breve), particolarmente accorato è risultato l’appello del Presidente di Unrae Roberto Pietrantonio: nel cosiddetto “pacchetto Automotive” dell’Ue, che verrà presentato oggi servono scelte chiare e senza rinvii.

Unrae chiede una riforma della fiscalità delle auto aziendali

Nel nostro Paese occorre aggiungere una non più rinviabile riforma della fiscalità delle auto aziendali, che permetterebbe di moltiplicare i risultati limitando i costi (Pietrantonio ha affermato “con gli eco-bonus del biennio 2024-2025 sono stati spesi 923,4 milioni di euro per incentivare l’acquisto di 94.000 veicoli; con una spesa di un decimo – 85 milioni a carico dell’Erario, al netto dell’extragettito – si potrebbe favorire l’incremento delle vendite ai clienti business di almeno 100.000 unità di veicoli green nella fascia di emissioni compresa tra 0 e 60 g/km”). La riforma fiscale, dunque, sarebbe il più grande moltiplicatore di crescita.

È mancata una politica industriale europea

“Negli ultimi anni l’Europa ha imposto obiettivi senza investire a sufficienza nei fattori abilitanti. – ha proseguito il Presidente – Le lacune normative di Bruxelles e la scarsa capacità di ascolto verso le Case costruttrici hanno collocato imprese e consumatori di fronte a target forse troppi ambiziosi e non supportati da adeguate condizioni. La transizione verso l’elettrico non è stata accompagnata da una politica industriale europea: questo è il vero punto critico del target 2035. Cambiare le scelte, secondo modalità adeguate, non significa il fallimento dell’auto elettrica”.

70% Made in Europe? Unrae critica

Unrae esprime forte contrarietà all’ipotesi di introdurre un target di contenuto minimo obbligatorio del 70% “Made in Europe” per l’incentivazione della domanda: la competitività non si costruisce alzando muri, ma rafforzando ponti. Con questo obbligo si penalizzerebbe i consumatori, si indebolirebbero le imprese, si rallenterebbe la transizione e di minerebbe comunque la competitività dell’auto europea.

Mercato auto: nessun segno di ripresa. E le elettriche e plug-in in Italia non si vendono

Il Direttore Generale di Unrae Andrea Cardinali ha illustrato l’andamento del mercato dell’auto quest’anno: se quello europeo ha dato confortanti segnali di recupero, nel nostro Paese a fine anno si raggiungeranno 1,520-1,525 milioni di immatricolazioni. Ovvero una flessione del 2,2% sul 2024, ma soprattutto 400.000 unità in meno del 2019, ultimo anno prima della pandemia. Per il 2026 Unrae prevede un livello di nuove targhe di 1,540 milioni.

L’Italia è il fanalino di coda nella quota di auto ricaricabili (elettriche + plug-in hybrid): appena l’11,3% delle immatricolazioni, contro il 33,4% del Regno Unito, il 28,9% della Germania, il 25,1 della Francia e il 18,9% della Spagna. La quota dei veicoli elettrici è di appena il 5,2% contro il 21% degli altri 30 Paesi europei. Nonostante la spinta degli incentivi statali in questi ultimi mesi del 2025. Una quota molto più bassa persino delle nazioni con un reddito pro-capite inferiore a quello dell’Italia.

 

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