
Italia e Germania sollecitano un cambio di passo nelle politiche industriali europee, chiedendo alla Commissione Ue di intervenire rapidamente sulle condizioni che oggi frenano la competitività del continente. Al centro della posizione comune, definita durante il secondo Forum ministeriale Mimit-Bmwe (le sigle deio due ministeri) svoltosi a Roma nell’ambito del Piano d’Azione italo-tedesco, ci sono due settori chiave dell’industria europea: automotive e siderurgia, messi sotto pressione da un quadro regolatorio considerato non più adeguato e da una concorrenza globale sempre più aggressiva.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la ministra federale tedesca per gli Affari Economici e l’Energia, Katherina Reiche, hanno concordato una piattaforma congiunta da presentare a Bruxelles in vista delle prossime proposte normative della Commissione e del vertice intergovernativo di gennaio. “Con la Germania siamo in piena sintonia: chiediamo una svolta immediata per rilanciare la competitività europea, partendo dai settori più esposti”, ha dichiarato Urso, sottolineando la necessità di superare regole ormai inadeguate per consentire all’Europa di tornare a competere, innovare e difendere la propria sovranità industriale.
Le richieste per l’automotive
Sul fronte automobilistico, Italia e Germania chiedono una revisione tempestiva e pragmatica del quadro Ue sulle emissioni di CO₂, basata su neutralità tecnologica e maggiore flessibilità, evitando sanzioni sproporzionate che rischiano di gravare su produttori, imprese e consumatori. I due Paesi sollecitano inoltre un’accelerazione sullo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e rifornimento, la costruzione di una filiera europea delle batterie e condizioni regolatorie che rendano l’Unione un mercato di riferimento per la guida autonoma e l’innovazione industriale.

Per la siderurgia e le industrie energivore, l’asse Roma-Berlino chiede l’adozione entro il 30 giugno 2026 dello strumento europeo di salvaguardia per l’acciaio, per contrastare le distorsioni generate dalla sovraccapacità globale. Urso e Reiche hanno poi posto l’accento sulla revisione della graduale eliminazione delle quote gratuite ETS e su un migliore collegamento tra le risorse generate dallo scambio di emissioni e il sostegno agli investimenti delle industrie ad alta intensità energetica. Prioritaria anche la tutela dell’accesso europeo a rottami ferrosi, rame e alluminio, fondamentali per l’economia circolare e la riduzione delle emissioni.
Meno regole, più investimenti
Il Forum ha inoltre consentito di fare il punto sui risultati del Piano d’Azione avviato nel 2023 e di rilanciare un’agenda comune incentrata su competitività, semplificazione normativa e rafforzamento del mercato unico, in linea con le indicazioni dei Rapporti Draghi e Letta. Italia e Germania chiedono una riduzione degli oneri regolatori, un’accelerazione dei pacchetti di semplificazione e un contesto più attrattivo per gli investimenti e l’innovazione. In questo quadro, i due Paesi sostengono la creazione di un Fondo europeo per la competitività, orientato a sostenere progetti con reale valore aggiunto europeo, con particolare attenzione ad automotive, batterie e settori energivori.
Ampio spazio è stato infine dedicato ai dossier strategici per la sovranità tecnologica dell’Ue, dai semiconduttori alle biotecnologie, dalla digitalizzazione all’intelligenza artificiale, fino all’attuazione del Critical Raw Materials Act.
