
Secondo atto per Atto due. Che non è una moltiplicazione né un’opera teatrale, ma semplicemente la BYD Atto 2 che aggiunge all’elettrico il cosiddetto super ibrido, chiamato DM-i (Dual Mode intelligent) dalla Casa che punta a edificare i nostri ogni. E al super ibrido corrisponde un prezzo super: 26.500 euro al lancio per la versione più performante e accessoriata.
Dopo l’esordio con il modello a batteria, la Suv compatta cinese ricopia dalla più grande Seal U la motorizzazione ibrida plug-in che lavora in serie e in parallelo. Tradotto: l’auto va in elettrico (modalità Ev) fino a un’autonomia di 90 chilometri mentre il motore termico (modalità Hev) ricarica la batteria e assiste il powertrain a elettroni. Quando le circostanze lo richiedono e se serve più potenza i due propulsori lavorano in coppia passando da in serie a parallelo.
Tutto questo, secondo il costruttore che punta a rendere concreta la sfera onirica (BYD, acronimo di Build Your Dreams), garantisce 1.000 chilometri di autonomia complessiva e un consumo medio ponderato combinato di 1,8 litri per 100 chilometri (oltre 55 chilometri litro)
Il motore termico è un quattro cilindri da 1,5 litri da 98 Cv che, in tandem con l’elettrico da 197 Cv, porta la potenza complessiva a 212 Cv nella versione più performante, la Boost (per la Active i Cv sono 166, mentre la percorrenza totale è di 930 chilometri, 40 dei quali in elettrico puro). La batteria ha una capacità di 18 kWh (7,8 per la Active). La BYD Atto 2 arriva da o a 100 km/h in 7,5 secondi e raggiunge una velocità massima di 180 km/h.

Il corpo macchina è di fatto uguale a quello della versione elettrica. E cioè 4,33 metri di lunghezza, 1,83 di larghezza e 1,67 di altezza, con un passo di 2,62 metri. Stile europeo, linee arrotondate, firma luminosa sottile e full Led all’anteriore, fari uniti da una fascia luminosa e con un disegno a otto al posteriore (nodo cinese, lo chiama BYD), bordo inferiore con paracolpi sulle portiere: per la Atto 2 DM-i cambiano le dimensioni della griglia frontale e la disposizione di alcuni loghi, mentre la vettura viene offerta anche con la colorazione esclusiva Midnight blue. Il bagagliaio è accreditato di 425 litri che diventano 1.335 abbattendo i sedili posteriori.
Stesso discorso per gli interni, caratterizzati dal cruscotto digitale da 8,8 pollici e dallo schermo centrale da 12,8 pollici. L’infotainment interagisce anche con il ‘consierge’ vocale avanzato e integrato con l’intelligenza artificiale generativa. Il set di assistenza alla guida (Adas) è pressoché completo e include, tra gli altri, il cruise control adattivo e il rilevamento dell’angolo cieco.

Sulla versione Boost, che grazie alla batteria più capace integra anche la funzione Vehicle-to-Load (V2L) per alimentare dispositivi esterni fino a 3,3 kW, sono di serie il tetto panoramico in vetro, i sedili anteriori elettrici e riscaldati, i vetri posteriori oscurati e la ricarica wireless da 50W.
A proposito di batteria, BYD ha lanciato anche la versione Comfort della Atto 2 elettrica: nuovo accumulatore da 64,8 kWh, autonomia nel ciclo Wltp di 430 chilometri e una ricarica rapida in corrente continua (dal 10% all’80% in 25 minuti). Anche l’abitacolo è stato aggiornato, correggendo qualche difetto delle prime serie (è stato aggiunto il poggiatesta centrale sul divanetto posteriore, per esempio).
La prima sensazione, provata durante un breve test a Barcellona, è stata di grande comfort. Dai i sedili avvolgenti, realizzati con materiali riciclati, gestibili elettricamente e che insieme al volante regolabile assicurano una corretta posizione di guida, alla visuale ampia e alla silenziosità di marcia, tutto contribuisce a fare della BYD Atto 2 una Suv comoda e funzionale. Lo spunto è brillante, ma quello che stupisce di più è l’impercettibile scambio di propulsione tra elettrico e termico. Non si avverte praticamente nulla e il regime di guida non cambia.

Lo sbandamento laterale, tipico dei mezzi a ruote alte, sembra contenuto, ma è solo una prima impressione perché il percorso prevedeva solo curve da affrontare a velocità poco sostenuta. Equilibrato il carico volante, né troppo leggero e nemmeno eccessivamente rigido, anche se lo sterzo appare meno preciso rispetto ad altre Suv della stessa categoria. Il comparto sospensioni, pur con una risposta secca su rotaie e tombini, fa ampiamente il suo dovere contribuendo a quel senso di comfort complessivo che è forse il tratto più caratteristico della Atto 2 DM-i.
Per la verità, la nota più distintiva è nel prezzo. Quello di lancio e per i primi clienti è in promozione a 26.500 euro senza rottamazione o permuta per la Boost (il listino vero e proprio è fissato a 29.800 euro). In alternativa, è prevista una rata da 189 euro al mese (anticipo 5.290 euro, 35 canoni mensili, riscatto a 18.840 euro, Tan 6,82%, Taeg 8,41%). L’Atto 2, già ordinabile, arriverà a inizio 2026. Offre 6 anni di garanzia del costruttore e 8 anni sulla batteria.
Considerando il prezzo e il fatto che la ‘sorellona’ Seal U Dm-i è saldamente in testa alle vendite di auto plug-in in Italia (oltre 12 mila unità immatricolate nei primi 10 mesi del 2025, quasi il doppio della seconda in classifica), la BYD Atto 2 super ibrida potrebbe sparigliare il mercato, diventando quello che gli analisti chiamano ‘game changer’. Succederà davvero? Lo vedremo nei prossimi mesi.

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